LA RETE DELLE INFORMAZIONI COME AMBIENTE
La rete delle informazioni, in tutte le sue forme, è forse la cosa che fa più discutere i filosofi, le persone di scuola, gli opinionisti. Vale la pena discuterne dal punto di vista della scuola. Questa rete è un ambiente che può manifestarsi, per chiunque, come una risorsa o un pantano. Per uscire dalla disputa “Internet rende stupidi” vs “Internet rende intelligenti” si può forse cominciare a dire che l’Internet, di per se, tende ad amplificare la stupidità e l’intelligenza là dove già ci sono. Ma l’educazione serve anche, da sempre, a portare tutti verso un uso significativo, praticamente e intellettualmente produttivo dei media e di qualsiasi altro strumento. Serve fornire competenze digitali, ma, soprattutto per navigare nel mondo delle informazioni, non basta. Bisogna rimettere in discussione “la sintassi” di tutte le “discipline” tradizionali ed essere pronti a riconoscerne di nuove, quando si presentano. Per discuterne si può partire da una bella affermazione del filosofo Michel Serres: “Aiutare a trasformare l’informazione in conoscenza è compito dei maestri”.
GLI ISCRITTI AL TAVOLO:
BENEDETTI LAURA
CAPIZZI MARIANGELA
COCCIA RITA
DE MARCO ALESSANDRA
MEI NICOLA
QUATTROCCHI STEFANIA
TOGNONI ALBERTO
Inizio
De Marco (scuola P)
Esperienze. Percorso Patente pedagogica europea. Un lavoro sulla preistoria. Su siti indicati. Cercare informazioni e creare un prodotto. testo-immagine. l’insegnate coach
Mei.(Scuola P)
Samsung class. Anche copiare può essere positivo se è una scoparta. L’insegnante deve limitare il campo. insegnante coach. Metodo EAS.
Capizzi
Patente pedagogica. Esperienza su tutti i livelli scolastici. La secondaria è più difficile: individualismo e collaborazione.
Tognoni (Teccnico)
Classi 2.0. Costretti a passi indietro. Se non c’è accordo fra i docenti. Per lo studente è più faticoso rielaborare. .
Mei
Cambiare punto di vista. L’nformazione non può essere dentro un libro..
Quattrocchii
Senzxa una rivoluzione non si pu fare molto. Quasi tutte le esperienze muoiono. Non vengono più sostenute.
Le scuole spesso hanno “un progetto”. Quello che gli studenti imparano a scuola è un 20° di quello che imparano. La frammentarietà.
Studiare su internet.?
Una voia di mezzo? Libro più indagini e raccolte di informazioni e sintesi. L’importanza delle fonti.
Libri di testo. Non ci sono novità decisive..
Quattrocchi
Non libro di testo, ma dispensa con in più inseriti prodotti degli studenti, prove, esercizi, informazioni trovete ecc. E’ un prodotto atipico, C’è l’elemento della narrazione., La difficoltà di fornire definizioni. Se ce ne sono tante come si fa sintesi.
LO ZIBALDONE
Come oggetto collettivo, aperto, integrabile.