Tanti auguri dalla sez. B di scuola dell’infanzia di Via Cilea e dalla maestre Linda Giannini – Manuela Macor – Annamaria Palumbo, da Mauro Toschi e dalla tirocinante Angela Dian
Tanti auguri dalla sez. B di scuola dell’infanzia di Via Cilea e dalla maestre Linda Giannini – Manuela Macor – Annamaria Palumbo, da Mauro Toschi e dalla tirocinante Angela Dian
Le maestre Sara Franchin e Tina Mastrogiovanni dedicano a Mario Lodi, insieme a bambine/i della sez. C di Via Cilea, due maschere di Carnevale
Le maestre Antonietta Fluido e Francesca Montagna dedicano a Mario Lodi, insieme a bambine/i della sez. D di Via Cilea, due storie collegate al progetto Pinocchio 2.0
Tanti auguri dalla sez. B ed E di scuola dell’infanzia di Via Cimarosa
dalla maestre Daniela Baldisserri, Antonella Marullo Sabrina Sagnelli
Tanti auguri dalle classi 1^ A-B-C-D di scuola primaria e dalle maestre Nadia Battistiol, Tina Bisogno, Adriana De Cesare e Noemi Quadrozzi
Tanti auguri dalla classe 2^ A di scuola primaria e dalla maestre Annamaria Triunfo
Tanti auguri dalla classe 3^ B di scuola primaria e dalla maestre Rossana Creo
Tanti auguri dalla classe 3^ C di scuola primaria e dalla maestre Clara Nardecchia e Franca Rosalva Soscia
Tante storie di animali,
fantastiche ma anche reali,
Mario Lodi scriverà
a tutti i bambini della città.
Tra qualche giorno è il suo compleanno
e tutti in coro gli auguriamo
Buon Compleanno.
Canzonetta:
Mario Lodi
insieme agli animali
se manchi tu
se manchi tu
gli animali e noi
saremo tristi,
niente più favole e fiabe
tipo quella di Cipì.
Filastrocca per Mario Lodi
Tanti auguri a Mario Lodi
stai invecchiando in tutti i modi.
Tanti anni stan passando
e a cent’anni stai arrivando.
Ma sei sempre un gentiluomo,
e con le donne un galantuomo.
Auguri al Maestro da Pintadera
Tanti auguri, Maestro, da Pintadera
Caro maestro Lodi,
ho letto il tuo libro “Il mistero del cane” e mi ha appassionato molto, anche perché mi piacciono tanto gli animali, (in particolare i cani). Spero che la mia mamma mi compri altri tuoi libri, perché mi piace molto come scrivi.
Ti faccio tanti auguri per i tuoi 91 anni.
Con affetto, Zoraide, scuola in ospedale Gaslini di Genova
Gli auguri dalla maestre e dai bambini del Day Hospital Onco-ematologico del Gaslini di Genova
Come ogni anno, con grande piacere ed emozione, ci accingiamo ad augurare al
nostro ” Grande Maestro” gli auguri più sentiti e sinceri di Buon Compleanno!
Eugenia
Carissimo Mario Lodi,
ecco per il tuo compleanno alcuni racconti
La giungla dei desideri
La leggenda narra di cinque ragazzi che si avventurarono in una giungla sconosciuta. I cinque ragazzi il giorno dopo scoprirono che in quella giungla vivevano tante specie di animali che erano scomparse per colpa di tre streghe malvagie: Pina, Abeta, Pioppa. La notte del giorno stesso uno dei cinque ragazzi si svegliò e andò in giro per la giungla e scoprì che in una caverna viveva una tigre che era rinchiusa in una gabbia magica fatta dalle streghe. Il ragazzo si avvicinò alla tigre e le chiese come mai non era scomparsa come gli altri animali e rispose raccontando che lei era una tigre che esaudiva desideri. Il ragazzo prese un sasso e spezzò la gabbia facendo sì che la tigre uscisse dalla gabbia. Il ragazzo le chiese di far tornare gli animali scomparsi nel nulla. Il giorno dopo i ragazzi con tutti gli animali andarono a sconfiggere le streghe. I ragazzi e gli animali sconfissero le streghe e la tigre le mandò nello spazio dove si gonfiarono come palloncini ed esplosero.
Autori: Claudio e Gianfranco
LA STORIA DI SANT’AMBROGIO, la mula e Corbetta.
Tanti anni fa Ambrogio si trovava a Roma e doveva arrivare a Milano entro il 7 dicembre, poiché era stato eletto Vescovo dai milanesi. Allora in una notte ha fatto e percorso magicamente Roma-Milano a dorso di una mula, di nome Betta. La notte era magica e anche la Betta era magica, però, povera Betta, pochi chilometri prima di arrivare a Milano, si accasciò a terra con le zampe larghe. Allora Ambrogio la incitava a continuare e le diceva in milanese:” Cur Betta! Cur!” , ma la povera mula non ce la faceva più! Allora i contadini uscirono dalle loro povere capanne, quasi delle stamberghe, riconobbero il loro futuro Vescovo, gli diedero pane secco, un po’ di latte e alla Betta del fieno. Ambrogio e la mula rifocillati, hanno ritrovato la forza per arrivare a Milano, dove Sant’Ambrogio poi verrà nominato Vescovo. A ricordo di quella notte magica, il luogo dove Sant’Ambrogio si era fermato, venne chiamato “Corbetta” da “Cur, Betta!” e i bambini di Milano nella notte tra il 6 e il 7 dicembre mettono fuori dalla porta o sul balcone un po’ di latte e un po’ di pane secco per Ambrogio e un po’ d’erba secca per la mula, così Sant’Ambrogio, rifocillandosi un po’, lascia un ricordino per ogni bambino.
Autori: Laura B. (10 anni) e la sua nonna Marisa.
I due cavalli innamorati
C’erano una volta due cavalli che si chiamavano Gino e Pino, un giorno i loro padroni li portarono a spasso e così i due cavalli incominciarono a conoscersi e diventarono amici. Un giorno però conobbero una cavalla femmina, ma sia Gino che Pino erano innamorati di quella cavalla di nome Anna. Anna aveva una criniera bionda,degli occhi azzurri ed era molto bella. Così un giorno i due cavalli scoprirono di essere entrambi innamorati della stessa cavalla e iniziarono a litigare, così decisero di andare dalla cavalla Anna per scoprire quale dei due cavalli amava. Chiesero ad Anna di incontrarsi nel bosco degli innamorati, ma quando Anna arrivò disse che non era innamorata di nessuno dei due, perché amava il cavallo Lorenzo. Alla fine i due cavalli fecero pace e giocarono allegramente per tutta la giornata. Anna si sposò con il cavallo Lorenzo e vissero tutti felici e contenti.
Anna (8 anni)
ed i disegni fatti da Noa, da Francesco e da Alessia per festeggiare il compleanno di Mario Lodi!
Buon Compleanno al grande Maestro!
Dai bambini dell’ospedale San Carlo di Milano.
Auguri anche dai ragazzi dell’Istituto Rebora di Rho, che sono stati in reparto per il tirocinio!
Federica, Giulia, Sara, Marco, Carlotta, Sara, Federico, Virginia.
Tanti auguri maestro Mario!
Valentina Guastini ed i bambini della classe seconda di Santa Vittoria a Setri Levante (Genova)
Il nostro dono per la festa dell’Amore di quest’anno e’ un piatto di plastica firmato da bambine/i… completo di un grande cuore; quello che vedete qui sotto e’ stato realizzato da Celeste
Bambine/i hanno inoltre preparato dei biglietti colorati
http://www.kizoa.it/slideshow/d4059552k2634853o1/amore-2013—biglietto
… qui qualche dettaglio …
Festa dell’amicizia in Messico!!!!!!!!!!
Fiesta de la amistad
Tanti auguri, Clara [Ist. Economico Turistico “Raffaele Piria”]
Maestra Tiziana P. ci invia questi tenerissimi versi
da Pintadera, buona festa dell’amore e dell’amicizia
Arte terapia in ospedale
Maria Caterina Galati condivide con noi:
Poesia “Imparare ad Amare”
http://www.descrittiva.it/calip/1213/Imparare-ad-Amare.pdf
Caligramma “Imparare ad Amare”
http://www.descrittiva.it/calip/1213/Caligramma-imparare-adAmare.pdf
Speciale Pinocchio 2.0 e le altre storie nell’editoriale di Luciano Corradini
http://www.educationduepuntozero.it/speciali/pdf/speciale_dicembre2012_2.pdf
INDICE
Pinocchio 2.0 e la fiaba, alimento prezioso! di Maurizio Tiriticco http://www.educationduepuntozero.it/speciali/pdf/speciale_dicembre2012_1.pdf
Questo speciale raccoglie storie, racconti e poesie che sino al 2012 sono state pubblicate su Education 2.0 e che sono riferite a Pinocchio 2.0. Il progetto, ideato e curato da Linda Giannini, ad ottobre 2012 ha ricevuto il premio del Presidente della Repubblica http://
www.educationduepuntozero.it/community/global-junior-challenge-premio-pinocchio-20-
4053393138.shtml che viene assegnato alle esperienze più innovative realizzate dalle scuole italiane. Nell’ambito di questo progetto è stato chiesto a mamme, papà, sorelle, fratelli, zie, zii, nonne e nonni, amici e scrittori di inventare brevi storie e poesie che poi sono state lette in classe dalle maestre e sono state illustrate da bambine/i e ragazze/i.
http://www.educationduepuntozero.it/racconti-ed-esperienze/pinocchio-20-fiaba-alimento-prezioso-4061872370.shtml
e la video intervista di Carlo Nati ad esso collegata
http://www.educationduepuntozero.it/Multimedia/2013/02/tiriticco_pinocchio_video.shtml
La favola, come e perché di Maurizio Tiriticco http://www.educationduepuntozero.it/racconti-ed-esperienze/favola-come-perche-4062283684.shtml
Se le condizioni economiche e socioculturali consentono al nuovo nato di alimentarsi correttamente, di fruire anche e soprattutto degli alimenti simbolici, delle parole a lui congeniali, quindi di ascoltare favole e di alimentare con queste il suo sviluppo intellettivo, il suo sviluppo “normale” è garantito! Ma, se mancano latte, pane e acqua, mancano anche le favole! E un mondo senza favole non è un mondo fatto per i bambini!
Gentili Signori, abbiamo il piacere di presentarvi la newsletter N. 7 di Edu-Tech Weekly, il settimanale online di Edu-Tech Magazine. RIFLETTORI SULL’INIZIATIVA REALIZZATA NELL’AMBITO DEL PROGETTO “PINOCCHIO 2.0” C’era una volta una favola inventata * BREAKING NEWS: FATTI E PROTAGONISTI DAL 18 AL 24 FEBBRAIO La potete scaricare dal seguente link: http://www.tespi.net/EduTech/EDU250213.pdf
Cordiali Saluti EDU-TECH MAGAZINE
TESPI MEDIAGROUP
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Nell’ambito del progetto Pinocchio 2.0 è stato chiesto a mamme, papà, sorelle, fratelli, zie, zii, nonne e nonni, amici di inventare brevi storie e poesie che poi vengono lette in classe dalle maestre ed illustrate da bambine e bambini della scuola dell’infanzia di Latina e da quelli che fanno parte della rete di progetto.
01 La storia inventata da Mastro Ticchio:
[Che cos’è la bellezza?]
http://www.kizoa.it/slideshow/d4052520k4416842o1/mastro-ticchio-01
Nell’ambito del progetto Pinocchio 2.0 è stato chiesto a mamme, papà, sorelle, fratelli, zie, zii, nonne e nonni, amici di inventare brevi storie e poesie che poi vengono lette in classe dalle maestre ed illustrate da bambine e bambini della scuola dell’infanzia di Latina e da quelli che fanno parte della rete di progetto.
01 La storia inventata da Veronica Sarappa, la mamma di Simone Fasolilli:
[ Trilly, Tippi e Pinocchio ]
02 La storia inventata da Caterina Poporogu, sorella di Jacopo:
[ Il pulcino PU-PU ]
03 La storia inventata da Tiziana Costa, madre di Emily Montagner:
[ La principessa delle fate ]
04 La storia inventata da Oumezzine Mnafek, madre di Noureddine Abichou:
[ Pinocchio nello spazio ]
05 La storia inventata da Tiziana Costa, madre di Emily Montagner:
[ L’incontentabile nanetta ]
06 La poesia inventata da Bruno Vello, docente di scuola secondaria di secondo grado dell’IPSIA “Gaslini-Meucci” di Genova:
[ Il robottino canterino ]
07 La storia inventata da Andrea Lepori, padre di Ilaria e Valentina:
[ Dal latte ai colori ]
08 La storia inventata da Gioconda Bartolotta e Marco Mele, genitori di Emiliano:
[ Un sogno a colori ]
09 La storia inventata da Alessia Fanelli, zia di Mattia Fabrizio Rosso:
[ Viaggio dei n??onni su Marte! ]
10 La storia inventata da Tiziana Costa, mamma di madre di Emily Montagner:
[ Billy, il pesciolino curiosone ]
11 La storia inventata da Luigi Dell’Aversana, classe 4B IC di Latina:
[ La casa volante ]
12 La storia inventata da Mimmo Martinucci, scrittore:
[ Sciscì e Sciosciò ]
13 La storia inventata da Mimmo Martinucci, scrittore:
[ La scopa della?? befana ]
14 La storia inventata da Denise Citro, mamma di Luca e di Marco Missio:
[ Il vestito incantato ]
15 La storia inventata da Lorenzo Solito e Arianna Torresin, genitori di Lorenzo:
[ Un furbacchione di ometto ]
16 La storia inventata da Giuseppe Fiori, narratore e saggista:
[ L’ombra di Grimm ]
17 La storia inventata da Gabriele Fasollini, e disegnata dal fratello Simone:
[ Scuitty il topo magico ]
18 La storia inventata da Stefano Spagnoli, classe IV B primaria:
[ La principessa Lady ]
19 La storia inventata da Tiziana Colella, mamma di Giulia Pasual:
[ Ricciolina ed il manto dell’amore ]
20 La storia inventata da Ilenia Cipolla, studentessa scuola secondaria di primo grado, classe II E:
[ La rana sorda ]
21 La storia inventata da Mattia Federici e Samuel Federici, studenti di scuola secondaria di primo grado classe I B e di scuola primaria, classe II A:
[ Sogno la vita come vorrei che fosse ]
22 La storia inventata da Fabrizio Zuffranieri, papà di Alessandro:
[ La piccola Favola della Piccola Stella ]
23 La poesia inventata da Mimmo Martinucci, scrittore:
[ I sogni dei bambini ]
24 La poesia inventata da Mimmo Martinucci, scrittore:
[ Nonni ]
25 La poesia inventata da scritta da Sofia della scuola in ospedale San Carlo di Milano:
[ La primavera ]
26 La poesia e i pensieri scritti dai ragazzi della scuola in ospedale San Carlo di Milano:
[ Il mio mondo, il pattinaggio e lo sport ]
27 Racconto scritto da Rebecca Perfetti, Giovanna Damiano, Francesco Schievano, Stefano Spagnoli della IV B della scuola primaria nell’istituto comprensivo don Milani di Latina:
[ Il mostro dell’oceano ]
28 Racconto di Sofia Mazza della B di scuola dell’infanzia dell’istituto comprensivo don Milani di Latina:
[ Tartaruga e robot ]
29 La storia inventata da Luigi Dell’Aversana, classe 5B IC don Milani di Latina:
[ Le olimpiadi di Paky ]
30 La storia inventata da Eugenia Curti, insegnante presso la scuola in ospedale Niguarda di Milano, reparto Pediatria “Rossini”:
[ Pinocchio in citta’ ]
31 La storia inventata da Anna Letizia Galasso, Laureata in Pedagogia con esperienza di insegnamento e metodo pedagogico di studio per ragazzi portatori di handicap e ragazzi caratteriali. Organizzatrice di eventi socio-culturali e pubblicazione di poesie.
[ Il polpo ballerino ]
32 Poesie inventate nella scuola in ospedale San Carlo di Milano
[ L’ospedale ]
33 “Gli abitanti del mare”, racconto animato della Scuola in ospedale Niguarda di Milano. Le parole di Eugenia Curti: “Ci piace immaginare che la fatina di Pinocchio, così come fanno le mamme, le nonne e le maestre, usasse raccontare al suo caro burattino delle storie per accompagnarlo dolcemente nelle braccia di Morfeo. Questa, scaturita dai disegni realizzati dai bambini e inventata da loro, poteva essere una di quelle. Buon ascolto!”.
[ Gli abitanti del mare ]
34 Le storie inventate da Gabriele Pannacci, classe 3a scuola primaria IC don Milani, Latina.
[ Il mio porcellino d’india – Maia – La mia prima avventura fantastica tra bosco, foresta e… ]
Ascolta l’avventura di Gabriele Pannacci
35 La storia inventata da Chiara Longoni, Scuola in Ospedale San Carlo di Milano
[ Una storia e’ per sempre: la magia del Mago ]
36 La storia inventata da Piero Faraone, Medico igienista con indirizzo microbiologico che opera nell’International Association of Sciences di Milano e nel Comitato Internazionale di Ricerca e di Studio dei Fattori dell’ambiente (CIFA).
[ La libertà delle rondini ]
37 Le storie inventate ed i pensieri di Ilenia Cipolla, Ilaria Lepori, Luigi Dell’Aversana, Gabriele Pannacci et al. alunni dell’I.C. “Don Milani” di Latina e della Scuola in ospedale “San Carlo” di Milano.
[ Pensieri e racconti per le feste ]
38 La storia inventata da Tiziana Costa, madre di Emily e Denise Montagner
[ La rivolta dei giocattoli ]
Oggi sono venuti a trovarci in classe Evelin, Gabriele ed un loro compagno di classe. Questo il loro dono di Carnevale per noi e per voi tutte/i.
Linda
La storia del Carnevale e di Arlecchino
Tanto tempo fa, in un paesino, viveva un bambino di nome Arlecchino che era poverissimo. Un giorno ando’ a scuola senza il vestito di Carnevale. Tutti i suoi amici avevano un vestitino, tranne lui. Cosi’ il giorno prima di Carnevale i suoi compagni portarono un pezzo di stoffa colorata ad Arlecchino, La mamma di Arlecchino gli cui’ un bellissimo abito e finalmente Arlecchino ebbe il suo piu’ bel vestitino.
Filastrocca
Arlecchino, bel bambino, non aveva il vestitino; ogni bimbo gli ha donato un pezzetto colorato. E la mamma gli ha cucito un bellissimo vestito. E’ di tanti bei colori, come tanti sono i cuori, che han donato la letizia con un gesto di amicizia
CONCLUSIONE
Il Carnevale e’ una festa tradizionale.
Buon Carnevale, da Arlecchino
Per la sezione di scuola dell’infanzia sez. B da Evelin Graziani e Gabriele Pannacci
http://www.kizoa.it/slideshow/d4030669k7073682o1/arlecchino-2013
IL CARNEVALE DELLA III A
Che gaia maschera!
Che allegra strombettata!
Da Robin Hood è vestito Gianmarco
E tira le frecce con l’arco
Cesare e Andrei tutti colorati
Vanno in giro squattrinati
Con Aurora molto carina
Mascherata da Colombina.
Samuel assomiglia a un pinguino,
invece è nero principino;
Valeria da majorette sfilerà
Per le vie della città
Riccardo è l’agente della CIA
Più misterioso che ci sia;
un pagliaccio burlone è Simone
perché suona in faccia a tutti il trombone.
Cristian si finge scienziato intelligente
Per fare il secchione davanti la gente
Gabriele travestito da mago
Si trasforma in drago
Samuele a Carnevale sembra un leone
Ma si sa che il Dottorone
Emanuele, eroe Lanterna Verde
Sempre in chiacchiere si perde:
balla il Can Can Gioia
e così non si annoia,
mentre Elena la spagnola
canta a ritmo “HOLA”;
si sveglia Zorro Gabriele dalla siesta
sentendo intorno a sé tanta fiesta.
Evelin da Musa, sempre ridente
Solo oggi sarà invadente;
anche Davis, lo scheletro scricchiolante,
per l’occasione farà un sorriso smagliante.
Karim da spider Man mascherato
Sarà da tutti coccolato.
Bella e vivace è Martina
Vestita da ballerina.
Da Principessa è vestita Valentina
Che fa gli scherzi con Colombina.
Sta male Camilla
Perciò beve tanta camomilla.
Katia e Anastasia non festeggiano Carnevale
Ma anche per loro ogni scherzo vale.
Carissime/i,
cosa state organizzando per il Carnevale? Noi abbiamo iniziato a disegnare quale allegra mascherina per voi. Speriamo vi piacciano!
Fateci sapere :.)
Carissimi,
in reparto abbiamo fatto una piccola festa di carnevale. E’ venuta Barbara Fumagalli, insegnante di trucco a preparare i bambini e poi c’è stato il teatrino di ABIO con le marionette simpaticissime!
Poi ancora le chiacchiere della mamma di Ilaria e… alla festa c’erano tanti bambini! (Laura, Ilaria, Serena e Awad)
L’allegria.
Per essere allegri in ogni momento
della nostra vita,
dobbiamo pensare a
una ragazza o a un ragazzo
che ha aperto il cuore di chi è più debole e,
lo aiuta con le sue parole,
ad affrontare piccoli ostacoli
o problemi della vita, senza darne peso.
Allegria è scambiarsi le idee
facendo qualcosa che rende felice
sia la persona che le propone
che il più debole che le esegue,
addolcendo così
i dispiaceri della sua vita.
Marco G.
La scoperta che le ombre sono le uniche figure piane presenti in natura ha offerto l’occasione per parlare (almeno un po’) di questa nuova geometria.
Nelle classi quarta e quinta approfondiremo alcuni aspetti che la caratterizzano e alcune invarianti che la differenziano dalle altre geometrie, anche per rivedere alcune ipotesi che sono state formulate e che forse devono essere riviste con più attenzione.
Ma adesso è Carnevale, tempo di giochi e di risate.
Ecco dei filmatini preparati in qualche minuto per sorridere insieme a noi:
La storia – Alessandro C e Gabriele M
dalla classe quinta ombre e storie allegre
da Pintadera a Segni di Segni
Maestra Anna e maestra Pina condividono con noi alcuni momenti di un’attività inerente al Carnevale portata avanti durante le ore dedicate alla biblioteca
Per visionare le immagini ingrandite, cliccateci sopra.
da Pintadera a Segni di Segni
I bambini e le bambine festeggiano il Carnevale con le mascherine più simpatiche
Buona allegria a voi da Pintadera
Ivana Niccolai ci invia questa simpaticissima animazione carnevalesca
Buon martedì grasso a Segni di Segni
da Pintadera
In occasione della mostra “PINOCCHIO – BIENNALE 2012” il Museo Luzzati indice “PIN-OCCHIO”, primo Concorso internazionale d’illustrazione “Museo Luzzati” sul tema “Pinocchio e il Viaggio”. Il concorso premierà le illustrazioni che meglio interpreteranno la storia di Pinocchio sotto il segno del viaggio, inteso in una delle innumerevoli accezioni: come atto di spostarsi da un luogo ad un altro, come itinerario immaginario, come ricerca interiore, come metafora della vita.
La partecipazione al tema del concorso “Pinocchio e il Viaggio” è individuale, gratuita e aperta a tutti gli illustratori italiani e stranieri. Le illustrazioni potranno essere realizzate in qualunque tecnica grafica, in bianco e nero o a colori su tavole di dimensioni massime cm 30 x 30 e dovranno essere spedite al Museo Luzzati entro il 30 marzo 2013.
Per le migliori opere saranno messi in palio:
1° premio in € 1200 con il contributo d Centro Latte Rapallo – Latte Tigullio
2° premio € 500 con il contributo di Centro Latte Rapallo – Latte Tigullio Latte Tigullio
3° premio: 1 valigetta in legno Faber-Castell da 120 matite colorate acquerellabili Albrecht Durer (valore €395)
Eventuali altri premi speciali – premio speciale Faber-Castell alla creatività (massimo n. 2): Faber-Castell astuccio Pitt Artist Pen con 48 colori (valore € 140)
Eventuali menzioni speciali (massimo n. 12): Faber-Castell Astuccio metallico con 50 acquerelli Albrecht Dürer (valore € 150)
Le opere vincitrici saranno inoltre esposte in occasione della mostra Pinocchio Biennale 2014. A discrezione della giuria potranno essere assegnati ulteriori riconoscimenti ed eventuali premi.
Il concorso è stato organizzato con il contributo di Compagnia di San Paolo, Centro Latte Rapallo – Latte Tigullio, Faber-Castell e la collaborazione dell’ Istituto di Linguistica Computazionale “Antonio Zampolli” – Consiglio Nazionale delle Ricerche
Le schede di partecipazione e il bando completo possono essere richiesti al Museo Luzzati scrivendo una mail a catalogazione@museoluzzati.it
Museo Luzzati a Porta Siberia, Area Porto Antico 6, 16128 Genova, tel. 0102530328
OPEN DAY
Istituto Comprensivo don Milani di Latina
scuola dell’infanzia – scuola primaria- scuola sec. di primo grado
in data 31 gennaio 2013
Mostra di cartelloni lungo le pareti
dei plessi di Via Cilea e di Via Cimarosa
Programma
Orario 9.30 – 10.30
Le famiglie che intendono iscrivere i propri figli al primo anno di scuola dell’infanzia avranno la possibilita’ di visitare
I collaboratori scolastici vigileranno sulla sicurezza dei Plessi controllando che le persone in visita siano effettivamente quelle che devono procedere alla prima iscrizione.
Orario 10.30 – 11.30
Bambine/i docenti e genitori
dell’infanzia avranno la possibilita’ di visitare le classi V di scuola primaria.
Docenti ed alunne/i delle classi V di scuola primaria presenteranno alcune attivita’ mediante la LIM; leggeranno le storie di Pinocchio 2.0; faranno vedere on line l’eBook Alice nel paese delle meraviglie.
Infine verranno donati a bambine/i cinquenni i gadget realizzati da alunne/i della scuola primaria
PAUSA PRANZO
Orario 15,00– 16.00
Docenti della scuola primaria, la referente dell’UFF. VII del MIUR e genitori incontreranno ragazze/i e docenti della scuola secondaria di primo grado e con loro faranno una visita guidata indicativamente ai seguenti spazi espositivi:
I genitori avranno inoltre la possibilita’ di avere un breve colloquio con i docenti che il prossimo anno scolastico inizieranno i nuovi cicli.
Orario 16,15 – 18.00 incontro nel teatro della scuola
partecipanti:
Programma:
[il programma] – [la locandina] -[gli inviti] – [gli stand]
http://www.kizoa.it/slideshow/d3990258k3620292o1/open-day-2013
La presentazione proiettata durante l’incontro in plenaria
http://www.descrittiva.it/calip/1213/PRESENTAZIONE-OPEN-DAY.pdf
I disegni che hanno preso parte al concorso “Parlo la tua lingua”
I Care di Aleandro Baldi
Cari ragazzi sono qui, sono tornato,
chiamate tutti gli altri, suonate la campana,
oggi riapre la scuola di un povero curato,
un certo Don Milani mandato qui a Barbiana.
Anche se col tempo voi siete un po’ cambiati
ed i miei occhi non son più quelli di allora
e se le vostre ginocchia non sono più sbucciate,
stonati canteremo quella canzone ancora
I care, I care,
c’è bisogno che io abbia cura di te,
you care, you care,
c’è bisogno che tu abbia cura di me,
I care, I care
è solo un modo per dire che d’ amore ce n’è
un bisogno più forte, il più forte che c’è,
I care, I care, I care.
Apriamo quella porta, risistemiamo i banchi,
spolveriamo i quaderni, rileggiamo gli appunti,
forza miei giovani studenti dai capelli bianchi,
perché quello che conta è non darsi mai per vinti.
Il mondo è un po’ più ricco, la vita è sempre dura
e in questa catapecchia attaccata al monte Giovi
c’è ancora la canzone della nostra bocciatura
che insieme cantavamo per non sentirci soli
I care, I care,
c’è bisogno che io abbia cura di te,
you care, you care,
c’è bisogno che tu abbia cura di me,
I care, I care
e solo un modo per dire che d’ amore ce n’è
un bisogno più forte, il più forte che c’è,
I care, I care, I care.
Qui dove sono adesso non è così lontano,
non fosse per il fatto che mi mancate tanto,
Dio, pur di star con voi rinuncerei anche al perdono
e Dio lo capirebbe, di questo son convinto,
parola mia d’amore parola mia Lorenzo.
I care, i care,
c’è bisogno che io abbia cura di te,
you care, you care,
c’è bisogno che tu abbia cura di me,
ragazzi sono qui, sono tornato,
ma lo sapete bene che non sono mai partito
che non sono mai partito
I care I care, I care,
c’è bisogno che io abbia cura di te,
you care, you care,
c’è bisogno che tu abbia cura di me,
I care, I care, c’è bisogno che io abbia cura di te
La Shoah
di Martina Di Perna, studentessa dell’IC don Milani di Latina
http://www.educationduepuntozero.it/community/shoah-4061528001.shtml
Adesso tocca a me, alle mie riflessioni. Io non trovo ancora le parole per esprimere tutto quello che provo. Mi vengono in mente quei tetri campi di concentramento; all’ingresso di Auschwitz c’era scritto “Il lavoro rende liberi”. Poi rivedo schiere di uomini e donne ridotti a scheletri nudi, spogliati dei loro vestiti e della loro dignità. Persone messe in fila, numeri tatuati sulla pelle come fanno alle bestie.
Grazie Linda!
La memoria storica ci fa difetto quando non siamo noi coinvolti in prima persona. Occorre invece essere sempre coscienti di quanto avvenuto per non ripetere piu’ gli stessi (o simili) errori. Ricordo che in un cinema vicino alla zona “Foce” di Genova una scritta diceva: “LA STORIA E’ QUELLA LEZIONE CHE L’UOMO NON IMPARA (o RICORDA) MAI ABBASTANZA”. Spero di aver citato correttamente, perche’ e’ tanto tempo che non passo da quelle parti di giorno e non getto lo sguardo verso quell’edificio (che cinema non e’ piu’).
Un abbraccio, Bruno (Genova)
Uno dei giochi preferiti da bambine/i della nostra classe e.. il negozio: comprano, vendono, fanno i conti, rimettono in ordine le scatole negli appositi contenitori e distinguono le monete dalle banconote.
Ecco la descrizione delle attivita’ attraverso alcuni disegni.
http://www.kizoa.it/slideshow/d3979901k4912058o1/il-negozio
LE FOTO RICORDO DELL’INCONTRO DEL 28 MAGGIO 2013
http://www.kizoa.it/slideshow/d4632565k7348472o1/piccolo-principe-incontro
PROGRAMMA
continuita’ scuola dell’infanzia – scuola primaria
Evento: Il piccolo principe, una occasione per stare insieme
Luogo: le due classi quinte sez. A-B
Giorno: martedi’ 28 maggio 2013
Orario: dalle 9.30 alle 11.30
Classi coinvolte:
– quinta A-B di scuola primaria
– sez. B di scuola dell’infanzia di Via Cilea (bam. di 4 e 5 anni)
Ingresso aperto anche alle sezioni dei bambini di 4 e 5 anni di Via Cimarosa, previo accordi con le docenti Giannini, Sagnelli, Spirito e Veronesi
GIOCO DEGLI INDOVINELLI [carte di Dell’ Aversana Luigi]
5 A – alunni tutor: Chittano Thomas – D’Alessandro Angelo Pio – Tolfa Alessandro
5 B – alunni tutor: Ponziani Matteo – Ponzio Leonardo
PUZZLE
5 A – alunni tutor: Chianta Lorenzo – Di Antonio Serena – Tomei Samuel
5 B – alunni tutor: Femiano Cristian – Pezzuolo Nicolas Raul – Zorzetto Lorenzo
GIOCO DEI PERSONAGGI
5 A – alunni tutor: Angelino Alessio – Cerci Lavinia – Vitiello Flavio
5 B – alunni tutor: Falso Giorgia – Polese Davide – Porcelli Carlofrancesco
GIOCO DEI RACCOGLITORI DI STELLE
5 A – alunni tutor: Loreti Umberto – Pacini Antonio – Paone Federico – Petitti Daniele
5 B – alunni tutor: Colarossi Eleonora – Orsini Matteo – Perfetti Rebecca
IL RE NON E’ IN CASA
5 A – alunni tutor: Colangeli Lorenzo – Contestabile Gaia – Ionescu Stefano
5 B – alunni tutor: D’ Arienzo Eleonora – Schievano Francesco – Spagnoli Stefano
IL GIOCO DELLE AZIONI
5 A – alunni tutor: Carbone Andrea – Iaione Pietro – Marini Edoardo
5 B – alunni tutor: Damiano Giovanna – Incollingo Angelica – Moumni Abdennour
Fasolilli Gabriele – Ji Silvia
Con le maestre e bambine/i delle classi 5^ A e 5^ B della scuola primaria, l’assistente Mauro e Raffaella e’ stato realizzato un eBook: Il Piccolo Principe.
Ecco che condivido con voi i materiali che costituiscono la sorpresa finale
Primo Libro
http://www.raffaellabilotta.it/ebook_piccolo_principe/index.html
Secondo Libro
http://www.raffaellabilotta.it/ebook_piccolo_principe/ebook2/index2.html
eBook realizzato da Linda Giannini
http://www.youblisher.com/p/623707-Il-Piccolo-Principe/
Buona visione, Linda
Gentile maestra Linda,questa mattina in classe abbiamo visto il nostro materiale che ha pubblicato e siamo rimasti molto contenti. Vorremmo decidere noi il disegno da utilizzare per la copertina e stiamo anche pensando di inserire dei giochi interattivi a conclusione di ogni capitolo. Le faremo avere al piu’ presto gli audio dei titoli e dei successivi capitoli . Grazie per la collaborazione sia a lei che a Raffaella
[ Il Piccolo Principe su Greta blu ]
Ho ufficialmente terminato l’e-book multimediale del “Piccolo Principe” … per i nostri piccoli principi dell’Istituto Comprensivo “Don Milani” di Latina …
Ciao Linda, i bambini hanno letto l’e-mail di Raffaella e, presi dall’entusiasmo, hanno pensato di realizzare una scatolina dipinta da loro nella quale poter conservare ognuno il proprio cd contenente l’e-book. Restiamo tutti in attesa di vedere il lavoro terminato . Un grazie a Raffaella da parte degli alunni.
A domani, Loredana
Gentile maestra Linda, abbiamo scritto una lettera per Raffaella.
La puoi gentilmente inviare ?
Quando avevo sei anni, mentre leggevo un libro sulle foreste, vidi raffigurato un serpente boa che ingoiava un animale.
C’ era scritto:
-I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla. Dopo di che non riescono più a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede.
Meditai a lungo e feci il mio primo disegno.
Mostrai il disegno ai grandi, chiedendo loro se li spaventava , ma rispondevano:
-Spaventare? Perché mai uno deve essere spaventato da un cappello?
Il mio disegno non era un cappello, ma era un boa che digeriva un elefante, quindi feci un secondo disegno.
Bisogna sempre spiegarle le cose ai grandi. Quando lo mostravo agli adulti, questi mi rispondevano:
– Lascia perdere il disegno e comincia a studiare la geografia, la storia, la grammatica e l’ aritmetica.
Fu così che rinunciai a disegnare e scelsi un’ altra professione, cioè pilotare gli aeroplani.
Ho volato su quasi tutto il mondo, ma quando facevo vedere il mio disegno, tutte le persone mi rispondevano sempre:
– È un cappello.
E allora parlavo di golf, bridge, politica e cravatte e quelle persone erano contente di avere incontrato un uomo tanto sensibile.
Un incontro inaspettato
Così ho trascorso la mia vita in modo solitario fino a sei anni fa quando feci, con il mio aeroplano, un incidente nel deserto del Sahara.
Si era rotto il motore e, dato che ero da solo, iniziai subito a riparare il guasto. Avevo acqua solo per una settimana.
Ero isolato come un marinaio in mezzo all’oceano su una zattera. Immaginate il mio stupore quando fui svegliato da una vocetta:
¬¬- Mi disegni una pecora ?
– Cosa ?
– Disegnami una pecora.
Balzai in piedi, mi strofinai gli occhi guardandomi intorno.
Vidi una personcina che mi esaminava con serietà.
In seguito feci il suo ritratto, ma il disegno non riuscì molto bene. La colpa non era mia. Con lo scoraggiamento che ebbi dai grandi quando avevo sei anni, non ho mai imparato a disegnare altro che serpenti boa dal di dentro o dal di fuori.
Rimasi stupito per quella improvvisa apparizione. Mi trovavo a mille miglia da qualunque abitazione, eppure il mio ometto non sembrava smarrito, né tramortito, né spaventato. Quando finalmente mi ripresi e potei parlare, gli domandai:
– Ma che cosa ci fai qui?
Egli però ripeté come se si trattasse di una cosa molto importante:
-Per piacere, disegnami una pecora …
Allora presi carta e penna stilografica, ma poi mi ricordai di aver studiato in particolare la geografia, la storia, l’aritmetica e la grammatica per cui gli dissi :
-Non so disegnare.
-Non importa. Disegnami una pecora…
Non avevo mai disegnato una pecora, allora feci l’unico disegno che sapevo fare: quello del boa dal di fuori.
Fui sorpreso di sentirmi rispondere:
-No, no, no! Non voglio l’elefante dentro al boa. Disegnami una pecora.
Feci il disegno. Lo guardò attentamente e poi disse:
-No questa pecora è malaticcia. Fammene un’ altra.
Allora feci un altro disegno. Il mio amico mi sorrise:
-Non è una pecora, è un ariete.
Rifeci il disegno, ma fu rifiutato di nuovo.
– Questa è troppo vecchia.
Questa volta la mia pazienza era esaurita. Feci un quarto disegno, dicendo:
– La pecora che volevi sta dentro questa cassetta.
Fui molto sorpreso di vederlo soddisfatto.
– Questa pecora avrà bisogno di tanta erba?
-Perché?
-Perché dove vivo io, tutto è piccolo…..
-Certamente ci sarà abbastanza erba per lei, la pecora è molto piccola.
In questo modo feci amicizia con il piccolo principe.
Ci misi molto tempo a capire da dove venisse. Il piccolo principe mi riempiva di domande, ma non rispondeva mai alle mie. Comunque le sue domande a poco a poco mi avevano rivelato tutto di lui.
Quando vide il mio aeroplano disse:
– Che cos’è questa cosa?
– Non è una cosa! E’ un aeroplano, è il mio aeroplano.
Ero fiero di fargli sapere che volavo.
Allora urlò:
– Sei caduto dal cielo!
– Sì.
– Ah questa è buffa….
E il piccolo principe scoppiò a ridere. E riprese:
– Allora anche tu vieni dal cielo! Di quale pianeta sei?
E lo interrogai bruscamente.
– Allora vieni da un altro pianeta?
Lui non mi rispose. Girò la testa verso l’aeroplano.
– Su quello non puoi venire da molto lontano!
Si mise a pensare a lungo. Dalla tasca tirò fuori la pecora e si mise a pensare.
– Da dove vieni ometto? Dov’è la tua casa? Dove vuoi portare la mia pecora?
Rispose con un silenzio.
– La cassetta che mi hai dato le servirà da casa per la notte.
– Se sei buono ti do una corda e il paletto per legare la pecora di giorno.
– Legarla? Che buffa idea!
– Se non la leghi si perderà!
Il mio amico si mise a ridere:
– Ma dove vuoi che vada!
– Dappertutto!
Mi rispose il piccolo principe:
– Ma è talmente piccolo da me! Dritto davanti a sé non può andare molto lontano……
Avevo capito che il suo pianeta era poco più grande di una casa. Sapevo che esistevano pianeti molto grandi a cui si è dato un nome e altri molto piccoli a cui si è dato un numero. Credo che il piccolo principe venisse dall’asteroide B 612 che è stato visto solo una volta al telescopio da un astronomo turco che però, al Congresso Internazionale di Astronomia, non fu preso sul serio a causa del costume. Per questo motivo un dittatore turco obbligò il suo popolo ad indossare dei vestiti europei. Lo stesso astronomo nel 1920 rifece la sua dimostrazione sull’avvistamento dell’ asteroide e questa volta tutti lo applaudirono.
I grandi amano le cifre. Infatti se parlate di un amico ai genitori, questi vi chiederanno :
– Quanti fratelli ha? Quanto guadagna suo padre? Quanti anni ha? Quanto pesa?
Così come se io spiego agli adulti:
– Ho visto una bella casa di mattoni rosa con dei fiori sui balconi. Loro non riescono ad immaginarla.
Ma se dico:
– Costa molti soldi.
Allora capiscono che è bella.
La prova che il piccolo principe esiste sta nel fatto che era bellissimo, che rideva e che voleva una pecora. Quando una persona desidera qualcosa, vuol dire che esiste. Ma gli adulti non si convincono.
Se voi dite invece:
– Il pianeta da cui viene è l’asteroide B 612.
Allora vi ascolteranno.
Gli adulti sono così, bisogna essere indulgenti con loro. I bambini se ne infischiano dei numeri.
Sono sei anni che il mio amico se ne è andato, per ricordarlo cerco di disegnarlo. Ho comprato dei colori, non è semplice riprendere a disegnare dopo tanti anni. Ora è difficile fare dei ritratti molto somiglianti, non so se ci riuscirò, ma ci provo e ci riprovo.
Ogni giorno venivo a conoscere dei particolari sulla vita del piccolo principe. Il terzo giorno mi raccontò della tragedia dei baobab.
Anche questa volta mi interrogò su un grave dubbio:
– È proprio vero che le pecore mangiano gli arbusti?
– Sì, è vero.
– Oh, sono contento.
Non capivo perché gli interessasse così tanto, però lui continuò:
– Allora mangiano anche i baobab?
Feci capire al piccolo principe che i baobab non sono arbusti , ma alberi molto grandi. Poi osservò attentamente:
– I baobab prima di essere grandi cominciano con l’essere piccoli.
– È esatto! Ma perché vuoi che le tue pecore mangino i piccoli baobab?
– Si capisce!
Mi rispose come se si trattasse di una cosa evidente.
Dopo un po’ capii quale fosse il problema. Mi raccontò che sul suo pianeta c’ erano erbe buone ed erbe cattive.
-Se si tratta di un ramoscello inoffensivo si lascia germogliare, mentre se è un ramoscello cattivo lo si deve estirpare. Se un baobab non si elimina subito, ingombra tutto il pianeta e lo trapassa con le sue radici, fino a farlo esplodere.
Il piccolo principe raccontò di un essere pigro che aveva trascurato alcuni arbusti.
Quindi suggerisce:
NON RIMANDARE A DOMANI
CIO’
CHE PUOI FARE OGGI
Il tramonto, una dolce consolazione
A poco a poco ho capito la vita malinconica del piccolo principe. Per molto tempo l’unica sua distrazione era stata la dolcezza dei tramonti.
Al mattino del quarto giorno mi disse:
-Mi piacciono tanto i tramonti. Andiamo a vederne uno.
-Ma bisogna aspettare…..
-Aspettare che cosa?
-Che il sole tramonti….
-Penso sempre di essere a casa mia! Sul mio piccolo pianeta basta spostare la sedia di qualche passo per poter guardare il crepuscolo ogni volta che vuoi. Una volta l’ho visto quarantatré volte! Ero molto triste quel giorno.
Un tesoro da proteggere
Il quinto giorno scoprii un altro particolare della vita del piccolo principe.
Mi domandò:
– Una pecora se mangia gli arbusti, si ciba anche di fiori?
– Una pecora si sfama con tutto ciò che trova.
– Pure i fiori con le spine?
– Anche quelli con le spine.
– Allora a che cosa servono le spine?
Ma in quel momento ero occupato a cercare di svitare un bullone troppo stretto dal mio motore.
– Ehi! A cosa servono le spine?
Il piccolo principe non rinunciava mai a una domanda.
Irritato risposi:
– Le spine non servono a niente, i fiori ce l’hanno perché sono cattivi!
– Non ti credo !! I fiori sono deboli e ingenui ….
-Ma dai !! Ho dato una risposta a caso. Mi occupo di cose serie io!
– Tu parli come i grandi !
Era irritatissimo e muoveva al vento i suoi biondi capelli.
– Io conosco un pianeta su cui vive un signore di nome Chermisi che non ha mai odorato un fiore, non ha mai osservato una stella, non ha mai amato nessuno e ripeteva continuamente “Io sono un uomo serio!” Ma non è un uomo … è un fungo!!!
– Cosa?
– Un fungo!
Il piccolo principe era bianco di collera. Poi continuò:
– Io conosco un fiore unico al mondo che non esiste da nessuna parte e so che una pecora può distruggerlo di colpo, così un mattino senza rendersi conto di quello che fa … non è importante questo? Se qualcuno ama un fiore unico esemplare, basta questo a renderlo felice quando lo guarda. Ma se la pecora mangia il fiore, è come se per lui improvvisamente le stelle si spegnessero!
Si interruppe e scoppiò a piangere.
In quel momento non pensai più al martello, al mio bullone, alla sete e alla morte, perché sul mio pianeta Terra c’era un piccolo principe da consolare.
Lo presi tra le braccia e lo cullai dicendo:
– Il fiore che tu adori non è in pericolo…. Disegnerò una museruola per la tua pecora e una corazza per il tuo fiore.
Un fiore speciale
Imparai ben presto a conoscere meglio questo fiore.
C’erano sempre stati sul pianeta del piccolo principe fiori molto semplici che al mattino apparivano tra l’erba e la sera si spegnevano. Ma questo invece, nato da un seme venuto chissà da dove, aveva fatto spuntare un ramoscello che non assomigliava a nessun altro. Il piccolo principe temeva fosse una strana specie di baobab. L’arbusto però cessò ben presto di crescere e cominciò a germogliare.
Il fiore stava preparando con cura i suoi colori, si vestiva lentamente, aggiustava i suoi petali ad uno ad uno. Non voleva uscire sgualcito come un papavero.
Voleva apparire nel pieno splendore della sua bellezza.
Eh sì, questo fiore era piuttosto vanitoso.
Dopo diversi giorni, all’alba, si mostrò e disse:
– Oh! Mi sveglio ora.
Il piccolo principe non riuscì a frenare la sua ammirazione.
– Come sei bello!
– Vero! E sono nato insieme al sole.
Il piccolo principe capì che il fiore non era molto modesto.
Il fiore aggiunse:
– Credo che sia l’ora del caffè e latte. Vorresti pensare a me?
Il piccolo principe prese un innaffiatoio di acqua fresca e gli servì la colazione.
Ben presto cominciò a tormentarlo con la sua vanità.
Un giorno il fiore gli disse:
– Ho orrore delle correnti d’aria…non avresti per caso un paravento?
– Come sei complicato!
– Alla sera mi metterai al riparo sotto una campana di vetro. Fa molto freddo qui da te rispetto al luogo da cui provengo io!
Era venuto sottoforma di seme. Non poteva conoscere altri mondi, quindi , umiliato di essersi fatto scoprire a dire una bugia, aveva tossito due o tre volte.
Il piccolo principe nonostante la buona volontà del suo amore, cominciò a dubitare di lui.
Poi mi confidò:
– Non avrei dovuto dare troppa importanza a certe cose. I fiori basta respirarli e guardarli. Il mio mi profumava e mi illuminava.
Non ho saputo capire niente! Avrei dovuto giudicarlo dagli atti e non dalle parole.
Non avrei dovuto venirmene via!
Ma ero troppo giovane per saperlo amare.
L’ultimo saluto
Il giorno della partenza mise in ordine il pianeta, spazzò il camino dei vulcani in attività che erano molto comodi per scaldare la colazione e spazzò anche il camino del vulcano spento.
Il piccolo principe strappò con tristezza l’ultimo germoglio dei baobab. Credeva di non tornare più.
Ma tutti quei lavori consueti sembravano quel mattino particolarmente dolci.
Poi quasi piangendo innaffiò per l’ultima volta il suo fiore e si preparò per metterlo al riparo sotto la campana di vetro.
– Addio – disse al fiore.
Ma il fiore non rispose.
Il fiore tossì, ma non era raffreddato.
Poi disse:
– Sono stato uno sciocco, scusami e cerca di essere felice.
Il piccolo principe si sorprese dalla mancanza di rimproveri.
Il fiore aggiunse:
– Ma sì, ti voglio bene, e tu non l’hai saputo per colpa mia. Ma non ha importanza, sei stato sciocco come me. La campana di vetro non la voglio più.
– Ma il vento?
– Non sono raffreddato, sono un fiore e posso sopportare il freddo. Hai deciso di partire e allora vattene.
Essendo un fiore orgoglioso, non voleva farsi vedere piangere.
Un re senza sudditi
Il piccolo principe si trovava in una regione di asteroidi e decise di visitarli per istruirsi e trovare un’ occupazione.
Il primo asteroide era abitato da un re vestito di porpora e d’ermellino. Il re appena vide il piccolo principe gli disse:
– Ah! Ecco finalmente un suddito!
– Come puoi riconoscermi se non mi hai mai visto?
Il piccolo principe non sapeva che per i re tutti gli uomini sono dei sudditi.
Cercò un posto dove sedersi, ma tutto il pianeta era occupato dal mantello del re. Dalla stanchezza insinuò uno sbadiglione, il re se ne accorse e gli disse:
-Ti proibisco di sbadigliare dinanzi a me.
-Non posso farne a meno.
-Allora sbadiglia!
Il re ci teneva che la sua autorità fosse rispettata, infatti non tollerava che non ci fosse disciplina sul suo pianeta.
Tuttavia dava solo ordini ragionevoli.
Il piccolo principe domandò:
-Sire, su cosa regnate?
-Su tutto il mio pianeta, sugli altri pianeti e sulle stelle. Sono un monarca universale.
-Allora fatemi un piacere: ordinate al sole di tramontare.
–Aspetterò che le condizioni siano favorevoli. Ricordi? Io do solo ordini ragionevoli.
-Mi annoio qui, me ne vado.
-Non partire, ti nomino mio ministro.
-E di che cosa?
-Della giustizia.
-Ma non c’ è nessuno da giudicare qui!
-Giudicherai te stesso, è la cosa più difficile. È più difficile giudicare se stessi che gli altri. Se ci riuscirai è segno che sei veramente saggio.
-Non è necessario vivere qui, posso giudicarmi ovunque.
Il piccolo principe stava per andarsene quando all’ improvviso il re si affrettò a gridagli dietro:
-Non te ne andare, ti nomino mio ambasciatore!
Durante il viaggio il piccolo principe pensò:
-Come sono strani i grandi.
Un amante delle lodi
Il secondo pianeta era abitato da un vanitoso.
-Ah, ecco un ammiratore!- gridò appena vide il piccolo principe.
Per i vanitosi tutti gli altri sono ammiratori.
-Buongiorno, che buffo cappello avete!
-È per salutare quando mi acclamano, però non passa mai nessuno da queste parti!
-Ah si!- il piccolo principe non capiva.
-Batti le mani- consigliò il vanitoso. Il piccolo principe batté le mani e il vanitoso lo salutò.
-È più divertente del re! E riprese a battere le mani. Il vanitoso ricominciò a salutare. Dopo cinque minuti il piccolo principe si stancò e chiese:
-Che cosa bisogna fare per far cadere il cappello?
Il vanitoso non rispose.
I vanitosi sentono solo le lodi.
-Mi ammiri molto?- domandò al piccolo principe.
-Cosa vuol dire ammirare?
– Vuol dire riconoscere che sono l’uomo più bello, più elegante, più ricco e più intelligente di tutto il pianeta.
-Ma sul tuo pianeta ci sei solo tu!
-Per favore, ammirami lo stesso!
-Ti ammiro, se vuoi, ma tu che te ne fai?
Il piccolo principe se ne andò pensando a quanto fossero bizzarri i grandi.
Problemi mai risolti
Ascolta il dodicesimo capitolo
Nel pianeta successivo viveva un ubriacone. Fu una visita breve e malinconica.
– Che cosa fai? – chiese il piccolo principe.
– Bevo.
– Perché bevi?
– Per dimenticare che ho vergogna di bere – confessò l’ubriacone abbassando la testa.
Il piccolo principe ripartì perplesso.
“I grandi sono decisamente molto, molto bizzarri” pensò durante il viaggio.
Un possessore di stelle
Ascolta il tredicesimo capitolo
Il quarto pianeta era abitato da un uomo d’affari, talmente occupato che ignorò l’arrivo del piccolo principe.
– Buongiorno – disse il piccolo principe- la vostra sigaretta è spenta.
– Tre più due fa cinque. Cinque più sette: dodici. Dodici più tre: quindici. Buongiorno. Quindici più sette fa ventidue. Ventidue più sei: ventotto. Non ho tempo per riaccenderla. Ventisei più cinque: trentuno. Umm! Dunque fa cinquecento e un milione seicento ventiduemila settecento trentuno.
L’uomo d’affari alzò la testa e disse:
– Da cinquantaquattro anni che abito in questo pianeta e non sono stato disturbato che per tre volte.
– Mi scusi, milioni di che?
– Di quelle piccole cose dorate che fanno fantasticare.
– Ah! Di stelle!
– Eccoci. Di stelle!
– E che cosa te ne fai di così tante stelle?
– Le possiedo!
– E a quale scopo le possiedi?
– Mi servono per essere ricco.
– E a che cosa ti serve essere ricco?
– A comprare altre stelle.
Il piccolo principe pensò “questo qui ragiona un po’ come il mio ubriacone”
– Che te ne fai?
– Le amministro. Le conto e le riconto, sono un uomo serio io!
Il piccolo principe aveva sulle cose serie idee molto diverse da quelle dei grandi.
– Io – disse il piccolo principe – possiedo un fiore e tre vulcani a cui dedico molto tempo. Ma tu sei utile alle tue stelle?
L’uomo d’affari aprì la bocca senza dire la minima parola: non trovò niente da rispondere.
Il piccolo principe pian piano se ne andò pensando: “ I grandi sono proprio straordinari”.
Una consegna stressante
Ascolta il quattordicesimo capitolo
Il quinto pianeta era assai strano. C’era posto solamente per un lampione e un lampionaio che lo accendeva e lo spegneva.
Il piccolo principe non riusciva a capire perché accendesse e spegnesse il lampione ogni minuto.
Salendo sul pianeta salutò il signore dicendo:
– Buongiorno, come mai spegni il tuo lampione?
– È la consegna. Buongiorno!
– Che cos’è la consegna?
– È di spegnere il lampione. Buonasera!
E subito riaccese il lampione.
– E ora come mai lo riaccendi?
– È la consegna!
– Non capisco!- rispose il piccolo principe.
– Cosa c’è da capire? La consegna è quella! Buongiorno!- disse il lampionaio e spense il lampione.
-Faccio un pessimo mestiere. Una volta era più ragionevole perché al mattino spegnevo e la sera accendevo e potevo riposarmi tutto il giorno e dormire la notte, ma il pianeta di anno in anno ha girato sempre più in fretta e la consegna non è stata cambiata.È proprio questo il dramma!
-Ebbene?
-Ebbene ora che fa un giro al minuto, non ho più un secondo di riposo.
-È divertente! Da te i giorni durano un minuto.
-Non è per niente divertente. Lo sai che parliamo da un mese?
-Da un mese?
-Sì. Trenta minuti sono trenta giorni. Buona sera.
E riaccese il lampione per l’ennesima volta .
Il piccolo principe sentì improvvisamente di amare questo uomo
così fedele alla sua consegna. Si ricordò i suoi tramonti che vedeva spostando la sua sedia e decise di aiutare il suo amico:
– Conosco un modo per farti riposare quando vorrai.
– lo vorrei sempre.
– Il tuo pianeta è molto piccolo. Puoi camminare abbastanza lentamente per rimanere sempre al sole e il giorno durerà finché tu vorrai.
– Non serve a molto. Vorrei dormire.
– Non hai fortuna.
– Buongiorno. E spense il lampione.
Il piccolo principe pensò, continuando il suo viaggio, che quell’uomo sarebbe disprezzato da tutti, dal re, dal vanitoso, dall’ubriacone e dall’uomo d’affari. Comunque non gli sembrava ridicolo perché era l’ unico che si occupava di altro e non di se stesso. Questo è il solo di cui avrei potuto essere amico. Ma il pianeta è piccolo non c’è posto per due. Il piccolo principe rimpiangeva di questo pianeta i suoi millequattrocentoquaranta tramonti nelle ventiquattro ore!
Finalmente un vero mestiere
Ascolta il quindicesimo capitolo
Il sesto pianeta era abitato da un vecchio signore che scriveva enormi libri.
– Ecco un esploratore! – esclamò quando vide il piccolo principe.
Il piccolo principe si sedette ansimando. Era in viaggio da tanto tempo.
Il piccolo principe gli chiese:
– Che cos’è questo grosso libro? Chi siete?
– Sono un geografo, un sapiente che sa dove si trovano i mari, i fiumi, le città, le montagne e i deserti.
– Oh! Questo finalmente è un vero mestiere! Ci sono degli oceani qui?
– Non lo posso sapere.
– E delle montagne?
– Non lo posso sapere.
– E delle città, dei fiumi o deserti?
– Neppure lo posso sapere.
– Ma siete un geografo!
– Esatto, ma non sono un esploratore. E’ a loro che spetta contare le città, i deserti, gli oceani, i fiumi, le montagne e i mari.
Il geografo non lascia mai il suo ufficio, interroga gli esploratori che arrivano e ricava informazioni dai loro ricordi e se gli sembrano interessanti fa fare un’inchiesta sulla moralità dell’esploratore, perché se l’esploratore mentisse porterebbe una catastrofe nei libri di geografia. E’ possibile che quando la moralità dell’esploratore sembra buona, si fa un’inchiesta sulla sua scoperta.
– Si va a vedere?
– No, è troppo complicato. Ma si esige che l’esploratore fornisca le prove. Per esempio, se si tratta di una grossa montagna, si esige che porti delle grosse pietre. Ma tu, tu vieni da lontano! Tu sei un esploratore! Mi devi descrivere il tuo pianeta!
– Oh! Da me, non è molto interessante, è talmente piccolo. Ho tre vulcani, due in attività e uno spento. Ho anche un fiore.
– Noi non annotiamo i fiori.
– Perché? Sono le cose più belle.
– Perché i fiori sono effimeri.
– Che cosa vuol dire “effimero”?
– Le geografie – disse il geografo – sono i libri più preziosi fra tutti i libri. E’ raro che una montagna cambi di posto e che un oceano si prosciughi. Noi descriviamo delle cose eterne.
– Che cosa vuol dire effimero? – insistette il piccolo principe.
– Vuol dire che è minacciato di scomparire presto.
– Allora il mio fiore è destinato a scomparire presto?
– Certamente.
“ Il mio fiore è effimero, non ha che quattro spine per difendersi dal mondo, e io l’ho lasciato solo! “ pensò.
Per la prima volta si senti pungere dal rammarico.
Ma si fece coraggio e disse:
– Cosa mi consigliate di visitare?
– Il pianeta Terra – rispose il geografo.
Il piccolo principe se ne andò, pensando al suo fiore.
Destinazione terra
Ascolta il sedicesimo capitolo
Il settimo pianeta fu la Terra, un enorme pianeta.
Essa era piena di re, geografi, lampionai, vanitosi, uomini d’affari e ubriaconi.
Prima dell’ invenzione dell’ elettricità servivano moltissimi lampionai. Da lontano queste luci facevano uno splendido effetto, tanto da sembrare un balletto d’opera.
I movimenti erano sempre regolari. A turno si accendevano prima i lampioni della nuova Zelanda e dell’ Australia; poi quelli della Cina e della Siberia; a seguire era il turno della Russia e delle Indie; poi andavano in scena l’ Africa e l’Europa ed infine si accendevano i lampioni dell’ America del sud e dell’ America del nord.
Era uno spettacolo grandioso!
Solo al Polo Nord e al Polo Sud dove c’ era un unico lampione, i due lampionai facevano vite oziose: lavoravano solo due volte all’anno.
Un buffo animale, più potente di un re
Ascolta il diciassettesimo capitolo
Forse ho detto una bugia parlandovi degli uomini che accendono i lampioni.
Non voglio dare una falsa idea della Terra perché gli uomini occupano molto poco posto su di essa anche se pensano di occupare un grande spazio.
Si vedono importanti come dei baobab.
Il piccolo principe arrivato sulla Terra incontrò un serpente e gli chiese:
-Su quale pianeta sono?
-Sulla Terra, in Africa. Ma perché sei qui in un deserto?
-Perché ho avuto delle difficoltà con il mio fiore. Dove sono gli uomini? Si è un po’ soli nel deserto.
-Si è soli anche con gli uomini – disse il serpente.
-Sei un buffo animale sottile come un dito.
-Ma sono più potente di un dito di un re – rispose il serpente.
-Non mi sembri tanto potente!
-Posso trasportarti più lontano che un bastimento! – disse il serpente mentre si arrotolava intorno alla caviglia del piccolo principe.
-Colui che tocco, lo restituisco alla terra da dove è venuto. Ma tu sei puro e vieni da una stella…Potrò aiutarti un giorno se rimpiangerai troppo il tuo pianeta.
-Sì, ho capito benissimo – disse il piccolo principe.
Gli uomini non hanno radici
Ascolta il diciottesimo capitolo
Il piccolo principe attraversò il deserto e incontrò solo un fiore :
-Buongiorno dove sono gli uomini? –disse il piccolo principe.
Un giorno il fiore aveva visto passare una carovana.
-Forse ne esistono sei o sette, li ho visti tempo fa. Non si sa mai dove trovarli. Il vento li spinge qua e là. Non hanno radici – concluse il fiore.
-Addio –disse il piccolo principe.
-Addio – rispose il fiore.
La voce della eco
Ascolta il diciannovesimo capitolo
Il piccolo principe fece l’ascensione di un’alta montagna.
Le uniche montagne che avesse mai visto erano i tre vulcani che gli arrivavano alle ginocchia.
“Da una montagna alta come questa, vedrò di colpo tutto il pianeta e tutti gli uomini…” pensò.
Ma non vide altro che guglie di roccia.
-Buongiorno – disse a caso
-Buongiorno…Buongiorno…Buongiorno…- rispose l’eco.
-Chi siete?
-Chi siete?…Chi siete?…Chi siete?…- disse l’eco.
-Siate amici miei, io sono solo.
-Io sono solo…Io sono solo…Io sono solo…- rispose ancora l’eco.
“Che buffo pianeta, gli uomini mancano d’immaginazione.
Ripetono ciò che loro si dice’’.
Un’altra delusione
Il piccolo principe camminò a lungo.
Vide un giardino fiorito di rose e disse:
-Buongiorno!
-Buongiorno – dissero le rose.
Il piccolo principe le guardò: assomigliavano tutte al suo fiore.
-Chi siete?- domandò stupefatto il piccolo principe.
-Siamo delle rose.
-Ah!
Il piccolo principe si sentì molto infelice perché il suo fiore gli aveva detto che era il solo della sua specie in tutto l’universo.
Il piccolo principe pensò “Mi credevo ricco di un fiore unico al mondo, ma non possiedo che una qualsiasi rosa. Lei e i tre vulcani non fanno di me un principe molto importante”.
E, seduto sull’erba, iniziò a piangere.
L’amicizia … un legame speciale
Ascolta il ventunesimo capitolo
In quel momento apparve la volpe.
-Buon giorno- disse la volpe
-Buon giorno- rispose il piccolo principe, ma non vide nessuno.
-Sono qui, sotto il melo.
-Chi sei?- domandò il piccolo principe.
-Sono una volpe.
-Vieni a giocare con me, sono così triste..
-Non posso giocare con te, non sono addomesticata.
-Ah scusa! Ma cosa significa “addomesticare” ??
-Non sei di queste parti, che cosa cerchi?
-Cerco gli uomini. Che cosa vuol dire “addomesticare?”
-Gli uomini hanno dei fucili e cacciano. È molto noioso!
-Tu cerchi galline?
-No, cerco degli amici. Che cosa vuol dire “addomesticare?”
-È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire “creare dei legami”.
-Creare dei legami?
-Sì tu, fino ad ora, per me, sei un ragazzino uguale a tutti gli altri ed io non ho bisogno di te, come tu non hai bisogno di me. Così per te io sono una volpe uguale a centomila altre volpi. Ma se mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro.
Io sarò per te unica al mondo e tu sarai per me unico al mondo.
-Comincio a capire- disse il piccolo principe – c’è un fiore… credo che mi abbia addomesticato!!!
-Eh sì ! Capita di tutto sulla Terra…
-Oh! Non è sulla Terra, è su un altro pianeta.
Continuò la volpe :
-La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano così come tutti gli uomini. Io mi annoio!! Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà illuminata. Riconoscerò i tuoi passi, diversi da tutti gli altri, e capirò che sarai te. Poi guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è molto triste! Ma tu hai dei capelli color oro, allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato il grano, che è dorato, mi farà pensare a te.
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe:
-Per favore… addomesticami-disse.
-Volentieri- rispose il piccolo principe- ma non ho molto tempo. Devo scoprire degli amici e conoscere molte cose.
-Non si conoscono che le cose che si addomesticano- disse la volpe.
-Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla.
Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici.
Se tu vuoi un amico addomesticami!
-Che cosa bisogna fare?- domandò il piccolo principe.
-Bisogna essere molto pazienti- rispose la volpe. -In principio tu ti siederai un po’ lontano da me, così, nell’erba.
Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla.
Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino a me..
Il piccolo principe ritornò l’indomani.
-Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora- disse la volpe-
-Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità: scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore…
Ci vogliono i riti.
-Che cos’è un rito?- disse il piccolo principe.
-Anche questa è una cosa da tempo dimenticata- disse la volpe- è
quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora diverse dalle altre ore.
Così il piccolo principe addestrò la volpe e quando l’ora della partenza fu vicina:
-Ah!- disse la volpe -… piangerò.
-La colpa è tua – disse il piccolo principe – io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi.
-È vero- disse la volpe
-Ma piangerai!
-È certo!
-Ma allora che ci guadagni?
-Ci guadagno il colore del grano
Poi aggiunse:
-Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalerò un segreto.
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
-Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente- disse – nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno.
E le rose si sentivano a disagio.
-Voi siete belle, ma siete vuote – disse ancora – perché è lei che ho innaffiata, perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, perché su di lei ho uccisi i bruchi e perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi ed alcune volte tacere. Tutto perché è la mia rosa.
E ritornò dalla sua volpe.
-Addio- disse.
-Addio- disse la volpe. -Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.
-L’essenziale è invisibile agli occhi- ripeté il piccolo principe per ricordarselo.
-È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.
-È il tempo che ho perduto per la mia rosa…- sussurrò il piccolo principe.
-Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu sei responsabile della tua rosa.
-Io sono responsabile della mia rosa- ripeté il piccolo principe per ricordarselo.
Quanta fretta
Ascolta il ventiduesimo capitolo
– Buongiorno- disse il piccolo principe.
– Buongiorno- disse il controllore.
– Che cosa fai qui?
– Smisto i viaggiatori e spedisco i treni che li trasportano, a volte a destra, a volte a sinistra.
Un rapido, rombando come il tuono, sfrecciò.
-Hanno tutti fretta. Che cosa cercano?
– Lo stesso macchinista lo ignora -disse il controllore.
Un secondo rapido transitò nel senso opposto.
-Ritornano di già?- chiese il piccolo principe
-Non sono gli stessi, è uno scambio.
-Non erano contenti là dove stavano?
-Non si è mai contenti dove si sta -rispose il controllore.
E rombò il tuono di un terzo rapido.
-Inseguono i primi viaggiatori?
-Non inseguono nulla. Dormono là dentro, o sbadigliano tutt’al più. Solamente i bambini schiacciano il naso contro i vetri.
-Solo i bambini sanno quello che cercano. Perdono tempo per una bambola di pezza e lei diventa così importante che, se gli viene tolta, piangono.
-Beati loro!- disse il controllore.
Un mercante di pillole
Ascolta il ventitreesimo capitolo
– Buongiorno – disse il piccolo principe.
– Buongiorno – disse il mercante.
Era un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete; se se ne prendeva una alla settimana non si sentiva più il bisogno di bere.
– Perché vendi queste pillole?
– E’ un grosso risparmio di tempo. Gli esperti hanno calcolato che si risparmiano cinquantatré minuti alla settimana.
– E cosa se ne fa di cinquantatré minuti?
– Se ne fa quello che ognuno vuole.
– Io se avessi cinquantatré minuti da spendere, camminerei lentamente verso una fontana.
Alla ricerca di un po’ d’acqua
Ascolta il ventiquattresimo capitolo
Eravamo all’ottavo giorno dal momento in cui si ruppe il motore e avevo ascoltato la storia del mercante bevendo l’ultimo sorso della mia acqua.
-Ah!- dissi al piccolo principe- i tuoi ricordi sono molto interessanti, ma non ho ancora riparato il motore del mio aeroplano e non ho più da bere.
Sarei lieto di incamminarmi in tua compagnia verso una fontana.
Il piccolo principe disse:
-Fa bene aver avuto un amico, anche se poi si muore .
Io sono molto contento di aver avuto un amico volpe.
Poi aggiunse:
-Io ho sete cerchiamo un pozzo…
Ebbi un gesto di stanchezza: è assurdo cercare un pozzo nell’immensità del deserto. Tuttavia ci incamminammo.
Dopo aver camminato per ore in silenzio scese la notte e le stelle iniziarono a splendere nel cielo.
-Ciò che abbellisce il deserto- disse il piccolo principe- è che nasconde un pozzo in qualche luogo.
-Sì- dissi al piccolo principe- che si tratti delle stelle o del deserto, quello che fa la loro bellezza è invisibile.
Iniziava ad addormentarsi, lo presi tra le braccia e mi incamminai. Mi sembrava di portare un fragile tesoro.
Guardavo, alla luce della luna, quella fronte pallida, quegli occhi chiusi, quelle ciocche di capelli che tremavano al vento, mi dicevo:
“Questo che io vedo non è che la scorza. Il più importante è invisibile”.
Siccome le sue labbra semiaperte abbozzavano un mezzo sorriso pensai ancora:
“Ecco ciò che mi commuove di più in questo piccolo principe addormentato: è la sua fedeltà a un fiore”.
E così, camminando, scoprii all’alba il pozzo
Una promessa da mantenere
Ascolta il venticinquesimo capitolo
– Gli uomini – disse il piccolo principe – si imbucano nei rapidi, ma non sanno più che cosa cercano.
Il pozzo che avevamo raggiunto non assomigliava ai pozzi sahariani; questo assomigliava a un pozzo di villaggio , anche se nei dintorni non c’era alcun villaggio.
– È strano- disse il piccolo principe– c’è tutto: la carrucola, il secchio e la corda.
Mise in funzione la carrucola che gemette come geme una vecchia banderuola mossa dal vento.
-Senti – disse il piccolo principe – noi svegliamo questo pozzo e lui canta. Dammi da bere.
Sollevai il secchio fino alle sue labbra e bevve con gli occhi chiusi.
-Da te , gli uomini- disse il piccolo principe –coltivano cinquemila rose nello stesso giardino…e non trovano quello che cercano…E tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa.
-Certo – risposi.
E il piccolo principe soggiunse:
-Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare con il cuore .
Poi dopo essersi seduto vicino a me disse:
-Devi mantenere la tua promessa.
-Quale promessa?
-Sai…una museruola per la mia pecora …sono responsabile di quel fiore!
Tirai fuori dalla tasca i mie schizzi e il piccolo principe quando li vide mi disse ridendo:
-I tuoi baobab assomigliano un po’ a dei cavoli; la tua volpe… le orecchie … assomigliano un po’ a delle corna… e sono troppo lunghe!
-Sei ingiusto, ometto, non sapevo disegnare altro che boa dal di dentro e dal di fuori.
-Oh, andrà bene, i bambini capiscono.
E così disegnai una museruola e, consegnandogliela con il cuore stretto, dissi:
-Hai dei progetti che ignoro…
-Domani sarà l’anniversario della mia caduta sulla Terra avvenuta proprio qui.
-Allora il mattino in cui ti ho conosciuto stavi ritornando verso il punto della tua caduta?
Il piccolo principe non rispondeva mai alle domande, ma arrossì e quando si arrossisce vuol dire “sì”.
Poi disse:
-Ora devi andare ad aggiustare il tuo motore.
Ritorna domani sera, ti aspetto qui.
Ero triste, pensavo alle parole della volpe: si rischia di piangere un poco se ci si è lasciati addomesticare.
Il ritorno
Ascolta il ventiseiesimo capitolo
C’era a fianco al pozzo un muro in rovina.
Quando tornai dal mio lavoro vidi da lontano il piccolo principe seduto sopra al pozzo a gambe penzoloni.
Lo sentii parlare.
-Non te ne ricordi? – diceva – non è proprio qui!
Un’altra voce gli rispondeva dicendo:
-Sì! E’ questo il giorno ma non il luogo…
Continuai a camminare verso il muro. Non vedevo e sentivo ancora l’altra persona.
Il piccolo principe replicò:
– Sicuro. Verrai dove cominciano le mie tracce nella sabbia. Ci sarò questa notte.
Il piccolo principe disse ancora dopo un silenzio:
– Hai del buon veleno? Sei sicuro di non farmi soffrire troppo?
Mi arrestai, avevo il cuore stretto, ma non capivo.
– Ora vattene voglio riscendere! – disse.
Mi avvicinai e vidi uno di quei serpenti gialli che uccidono in trenta secondi. Spaventato, cercai di tirare fuori il revolver, ma al primo rumore il serpente scivolò e si nascose tra le pietre del pozzo. Arrivai al muro e subito abbracciai il mio ometto pallido come la neve:
-Che cos’è questa storia! Adesso parli coi serpenti!
Mi guardò e mi strinse le braccia al collo, mentre il suo cuore batteva forte. Poi mi disse:
– Sono contento che tu abbia trovato quello che mancava al tuo motore. Puoi ritornare a casa tua.
-Come lo sai?
Non rispose ma soggiunse:
-Anch’io, oggi, ritorno a casa …
Poi aggiunse:
-E’ molto più lontano … è molto più difficile …
Aveva lo sguardo molto serio:
-Ho la pecora, la cassetta e la museruola. Sarà un anno questa notte. La mia stella sarà sopra il luogo dove sono caduto l’ anno scorso.
-Ometto, non è vero che è un brutto sogno quella storia del serpente, dell’ appuntamento e della stella?
Mi disse:
-Quello che è importante, non lo si vede …
-Certo- risposi.
-E’ come per il fiore. Se tu vuoi bene a un fiore che sta in una stella, è dolce, la notte, guardare il cielo. Guarderai le stelle, la notte. La mia stella sarà per te una delle stelle. Tutte saranno tue amiche- disse ridendo.
-Che cosa vuoi dire?
-Quando tu guarderai il cielo, visto che io abiterò in una di esse, visto che io riderò in una di esse, allora sarà per te come se tutte le stelle ridessero. Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere. Sarai sempre il mio amico. Sarà come se ti avessi dato, invece delle stelle, mucchi di sonagli che sanno ridere.
E rise ancora. Poi ridivenne serio.
-Questa notte….sai, non venire.
– Non ti lascerò.
-Sembrerà che io mi senta male …. sembrerà un po’ che io muoia. E’ così. Non venire a vedere.
Poi mi prese per mano e disse:
-Ti dispiacerà. Sembrerò morto e non sarà vero. Capisci? E’ troppo lontano. Non posso portare con me il mio corpo. E’ troppo pesante.
Io stavo in silenzio. Poi aggiunse:
-Sarà come una vecchia scorza abbandonata. Non sono tristi le vecchie scorze.
Poi tacque perché piangeva.
-E’ là. Lasciami fare un passo da solo.
Si sedette perché aveva paura. E disse ancora:
-Sai… il mio fiore …ne sono responsabile! E’ talmente debole e ingenuo. Ha solo quattro spine per proteggersi dal mondo.
Poi si alzò. Ci fu solo un guizzo giallo vicino alla sua caviglia. Rimase immobile per un istante. Non gridò.
Cadde dolcemente sulla sabbia senza fare alcun rumore.
Un grande dubbio
Ascolta il ventisettesimocapitolo
Sono passati sei anni. Non ho ancora mai raccontato questa storia. Quando gli amici mi hanno rivisto erano contenti perché ero vivo. Ero triste, ma dicevo:
“È la stanchezza”.
Un po’ mi sono consolato. So che si trova sul suo pianeta ,perché il mattino dopo non ho ritrovato il suo corpo. Ma ecco che accade una cosa straordinaria. Alla museruola disegnata al piccolo principe ho dimenticato di aggiungere la correggia di cuoio. Mi domando:
“Che cosa sarà successo nel suo pianeta? La pecora avrà mangiato il fiore … Certamente no! Il piccolo principe ogni notte mette la campana di vetro sopra il fiore e sorveglia bene la sua pecora. Allora mi sento felice e le stelle ridono.”
Altre volte penso:
“Se si distrae? Se dimentica una sera la campana di vetro o la pecora esce senza far rumore? E allora i sonagli si trasformano tutti in lacrime.
È un mistero! Voi che volete bene al piccolo principe quanto me, tutto cambia nell’universo se una pecora ha mangiato un fiore. Guardate il cielo … Ma i grandi non capiranno mai che questo abbia tanta importanza.”
Questo è per me il più triste paesaggio del mondo. È qui che il piccolo principe è apparso sulla Terra e poi è sparito. Se vi capita un giorno di fare un viaggio in Africa , nel deserto, vi supplico, non vi affrettate, rimanete un po’ sotto le stelle! Se un bambino con i capelli d’oro vi viene incontro sorridendo, se non risponde quando lo interrogate, voi saprete sicuramente chi è. Siate gentili , non lasciatemi così triste: scrivetemi subito che è ritornato . . .
http://www.kizoa.it/slideshow/d4353386k6644478o1/foto-ricordo-2013
Progetto a cura di Raffaella Bilotta realizzato dalle classi 5^A e 5^B dell’Istituto Comprensivo “Don Milani” di Latina – Anno scolastico 2012/2013.
Docenti ideatori e realizzatori del progetto presso la scuola primaria di Latina:
Tommasina Casale, Alessandra Ferigutti, Loredana Veronese.
Docente coordinatore: Linda Giannini
Assistente: Mauro Toschi.
Docenti di classe:
Mirella Bove, Tommasina Casale, Alessandra Ferigutti, Adele Spirito, Loredana Veronese
Alunni della Classe V A
Angelino Alessio
Carbone Andrea
Cerci Lavinia
Chianta Lorenzo
Chittano Thomas
Colangeli Lorenzo
Contestabile Gaia
D’Alessandro Angelo Pio
Di Antonio Serena
Iaione Pietro
Ionescu Stefano
Loreti Umberto
Marini Edoardo
Pacini Antonio
Paone Federico
Petitti Daniele
Tolfa Alessandro
Tomei Samuel
Vitiello Flavio
Alunni della Classe V B
Colarossi Eleonora
Damiano Giovanna
D’ Arienzo Eleonora
Dell’ Aversana Luigi
Falso Giorgia
Fasolilli Gabriele
Femiano Cristian
Incollingo Angelica
Ji Silvia
Moumni Abdennour
Orsini Matteo
Perfetti Rebecca
Pezzuolo Nicolas Raul
Polese Davide
Ponziani Matteo
Ponzio Leonardo
Porcelli Carlofrancesco
Schievano Francesco
Spagnoli Stefano
Zorzetto Lorenzo
Ciao Linda e ciao a tutti,
sono Chiara vi volevo dire che l’intervento è andato bene anche se sento ancora un po’ di dolore e non posso alzarmi dal letto.
Ringrazio tutti per essermi stati vicino con il pensiero.
Un mando un saluto particolare a Iqra e aspetto sue notizie.
Forza Iqra guarisci presto!!!
Baci da
CHIARA
Raffaella suggerisce questo video:
Carissima Chiara,
grazie per la tua risposta; ti mando, insieme al maestro Massimo, Increspature sul mare, il suo “ultimo” clip. Sono certa che ti piacera’.
Ancora tanti tantissimi auguri per domani. Linda
Ciao Maestra Linda e bambini! Ti confermo che domani mi operano. Vi ringrazio della lettera e spero di tornare presto a casa da mio fratello. Dopo l’intervento vi darò mie notizie.
CIAO CHIARA!!:)
Ecco alcuni primi pensieri per:
Prashila scrive una letterina per tutti voi
Cari Ardaland e Chiara, siamo certi che la vostra operazione andra’ per il meglio e che presto tornerete a giocare ed a svolgere tutte quelle attivita’ che piu’ vi piacciono. Fateci avere presto vostre notizie e grazie per averci scritto. Ogni giorno pensateci al vostro fianco.
Caro Ilias, abbiamo appreso dalla tua mamma che stai poco bene: ci dispiace e ci manchi tanto!!! Oggi abbiamo mandato tramite Karim un bacino per tuo fratello Abdenour ed uno tutto per te. Oggi a scuola mancano anche Celeste, Federica, Giorgia e Mattia: hanno preso freddo e l’influenza. Copriti bene anche tu cosi’ torni prestissimo a giocare con noi. Ti aspettiamo!!!
Cara Iqra, presto riceverai i saluti da parte di ragazze/i di 13 e 14 anni. Mi hanno detto di aver scritto delle lettere per te.. ed immagino siano ancora in viaggio per la rete 🙂 Che tutti i tuoi sogni possano realizzarsi!!! Grazie per averci raccontato il tuo bellissimo viaggio in Pakistan. Ci farai conoscere le regole dei giochi che hai imparato questa estate? Cosi’ proviamo ad impararli anche noi. Grazie
Caro Lorenzo, il tuo disegno di Pinocchio e’ carinissimo!!! Contraccambiamo con quelli che trovi qui sotto e sono per te e per tutti gli amici e le amiche di Soave Kids. Immaginiamo che ora sei a casa, ma magari i tuoi genitori ti porteranno ancora a visitare il nostro blog.. cosi’ potrai restare in contatto con noi.
Ciao Iqra, io mi chiamo Chiara, ho 16 anni sono nata a Firenze e vivo in un piccolo paesino chiamato Certaldo in provincia di Firenze. Ho un fratello di 5 anni che si chiama Marco e va alla scuola materna, io invece vado alle superiori e frequento il secondo anno dell’Istituto Professionale “Socio Sanitario” perché da grande mi piacerebbe fare l’educatrice negli asili nidi.
Ora anche io sono ricoverata al “Gaslini” di Genova perché mi devono operare di scoliosi speriamo vada tutto bene e che finisca presto.
Spero che i tuoi sogni verranno realizzati e che tu possa tornare presto a casa .
Ciao Iqra! <3:)
Ciao Lorenzo io sono Chiara.
Ho visto i tuoi disegni e mi sono piaciuti molto bravo!
Mi raccomando rimettiti presto.
Ciao Lorenzo! <;3:)
Cara Iqra,
l’amico Emanuele di Roma, ci segnala il download free dell’ebook il dottore del computer Volume 10. Dato che ti piace l’informatica, magari puo’ interessarti questa notizia. Facci sapere
A presto!!!
Ciao, mi chiamo Iqra, ho 17 anni, sono nata in Pakistan e adesso vivo in Italia; con mia madre e i miei fratelli sono venuta in Italia nel 2001, abbiamo raggiunto mio padre, che si trovava già in provincia di Varese. Allora avevo cinque anni e ho iniziato a frequentare la scuola materna.
Poi ho frequentato la scuola elementare fino alla quinta classe ad Albizzate, abbiamo cambiato casa, e successivamente ho frequentato la scuola media a Gallarate.
Trasferendomi in un’altra località, ho perso le amicizie che avevo consolidato negli anni precedenti. A Gallarate ho conosciuto altre persone, ma i rapporti con loro non erano come quelli che avevo instaurato nella mia prima infanzia.
Attualmente sono a casa, aiuto mia madre nelle faccende domestiche. In questo periodo ho imparato a tenere in ordine la casa, mi sto cimentando anche in cucina.
Quest’estate sono andata con i miei genitori e mia sorella in Pakistan, abbiamo preso un volo a Malpensa e il giorno dopo sono arrivata a Islamabad. In aeroporto mi spettavano i parenti Pakistani, ci hanno accompagnato in auto a Gujrat, poi nel piccolo paesino Sha Qhuli dove abbiamo una casa. Durante il mio soggiorno in Pakistan ho avuto modo di visitare i miei parenti e le amiche che avevo lasciato bambine tanti anni prima e che ritrovavo quasi donne come me.
Il mio soggiorno in Pakistan si è protratto per sei mesi. Prima di partire dall’Italia avevo tanta voglia di tornare nel mio paese a conoscere i miei parenti, perché i miei fratelli in casa ne parlavano spesso. Il loro modo di viver è diverso dal nostro: li si vive all’aperto, c’è tanta agricoltura, puoi visitare le fattorie, quando si va al mercato si incontra tanta gente e i profumi sono diversi. Peccato che faccia molto caldo! Ho imparato giochi nuovi e divertenti.
In Pakistan miei genitori mi hanno presentato un ragazzo di venti anni che studia per diventare insegnante. Di questo ragazzo mi piace il fatto che è riuscito a studiare per realizzare il suo sogno, quello di diventare un insegnante. Io purtroppo ho smesso di studiare alla fine della terza media perché i miei genitori non mi hanno iscritta ad una scuola superiore.
Sajd, questo è il nome del ragazzo, forse diventerà il mio fidanzato, ma in ogni caso non ho progetti per il futuro. Il mio sogno sarebbe stato quello di diventare un medico, ma i miei genitori hanno pensato diversamente.
Ora vorrei iscrivermi ad un breve corso di Informatica che mi permetterà di avere un diploma per lavorare. Adesso in ospedale ho avuto tanto tempo per pensare: ho sognato il mio futuro con Sajd, che è carino ed intelligente.
Ho pensato anche a progetti di lavoro, spero di guarire presto perché ho perso tanto tempo e non voglio perderne altro… spero in un futuro migliore.
Iqra
Nel giugno 2011 Alessandra ha portato questi abiti in Sud Africa ad una manifestazione promossa dall’ambasciata; per i 150 anni della Repubblica Pinocchio è stato protagonista
Ciao a tutti!
Mi chiamo Ardaland, ho otto anni, sono di origine iraniana, ma vivo a Genova da ormai tre anni. Vi volevo ringraziare dei bei disegni e dei regalini che ci avete mandato. Io ho scelto per me il Babbo Natale con la neve.
Tra qualche giorno sarò operato alla testa e, quando sarò in Terapia Intensiva senza la mamma, Babbo Natale mi farà compagnia e mi farà pensare alle cose belle!
Tanti bacini. ARDALAND
Care Linda, ecco le foto dei pacchi! Grazie mille anche a Reggio perchè è arrivato il pacco di Clara!! Grazie da tutti i bambini!! In particolare da Nadia, 14 anni, che in questi giorni è sempre con me e si è presa la molla!! Prepareremo dei cartelloni con i disegni e poi ve li faremo vedere!! Grazie ancora di cuore!
Baci Alessandra
Carissimi
abbiamo ricevuto il pacco dono da Reggio Calabria, ringraziamo i ragazzi della scuola R.Piria e soprattutto la nostra cara amica Clara fautrice di questa encomiabile iniziativa. I bambini saranno felici di ricevere i vostri doni, cosi’ come lo siamo state noi.
Per Clara … la Poesa, puestos los ojos en la doncella del castillo, dijo:
En dulcísimos conceptos,
la dulcísima Poesía,
altos, graves y discretos,
señora, el alma te envía
envuelta entre mil sonetos.
Si acaso no te importuna
mi porfía, tu fortuna,
de otras muchas invidiada,
será por mí levantada
sobre el cerco de la luna.
(Cervantes)
Gracias y besos! Eugenia
Cara Clara,
ti volevo avvisare che stamattina e’ arrivato il pacco pieno di doni per i nostri bambini. GRAZIE A TE ED AI TUOI RAGAZZI/E!!!
Lunedi’ portero’ tutto al “Gaslini” ed insieme alle mie colleghe Carla e Loretta li daremo ai bambini insieme ai bellissimi disegni che hanno fatto per loro.
Saranno poi loro a ringraziare sia voi che i bambini/e di Latina.
Auguri di Buon Anno a tutto il gruppo ed una Buona Befana.
Con affetto. Paola
La maestra Daniela della sez. D di Via Cimarosa ha portato nella nostra classe un bellissimo veliero che, sulla bandiera, reca una importante scritta: “Teniamo pulito il mare” ed e’ stato realizzato da bambine/i di quattro anni utilizzando materiale di riciclo.