Che cos’è la Giornata mondiale dell’acqua 2015
SUGGERIMENTI PER PARTECIPARE A SALVA LA GOCCIA
Che cosa succederebbe se una mattina scoprissimo che dai rubinetti di casa non esce neppure una goccia d’acqua? È quello che accade in molte parti del Pianeta. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, nel mondo più di una persona su dieci, pari a circa 748 milioni di esseri umani, non ha accesso a fonti di acqua potabile e 1,8 miliardi usano acqua contaminata. Nel 2015 l’accesso a fonti sicure e a servizi igienici è tuttora un problema aperto e sebbene molti passi in avanti siano stati fatti, tanti se ne devono ancora fare. Si stima che per il 2025 due terzi della popolazione globale potrebbe vivere in condizioni di stress idrico.
È per questo che il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite per promuovere attività concrete a difesa di questa risorsa e sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi del risparmio idrico. L’obiettivo è coinvolgere il maggior numero di persone, renderle consapevoli del consumo che si fa attraverso le scelte e i comportamenti individuali e favorire atteggiamenti e politiche virtuose.
Quest’anno il World Water Day è dedicato alla relazione tra acqua e sviluppo sostenibile, e punta alla consapevolezza del legame esistente tra le risorse idriche e le diverse aree che da loro dipendono, per “creare il futuro che vogliamo”.
L’acqua è essenziale per la salute. Noi possiamo vivere per settimane senza cibo, ma sopravviviamo pochi giorni senza acqua. L’Oms raccomanda una quantità minima di 7,5 litri di acqua pro-capite al giorno, sebbene siano necessari circa 20 litri per garantire anche l’igiene della persona e la sicurezza alimentare.
L’acqua è natura: gli ecosistemi sono al centro del ciclo globale dell’acqua, eppure la maggior parte dei modelli economici compromettono la loro resilienza e la capacità di garantire un accesso continuo alle risorse naturali. La sfida è mantenere un mix equilibrato di elementi naturali e infrastrutture costruite dall’uomo.
L’acqua è urbanizzazione. Una persona su due vive in città e le proiezioni indicano che 2,5 miliardi di persone si sposteranno verso i centri urbani entro il 2050. Migliaia di chilometri di tubi costituiscono le infrastrutture idriche delle nostre città, che spesso si rivelano inadeguate e obsolete e sprecano più acqua di quella che riescono a fornire.
L’acqua è anche industria. Ogni prodotto per essere fabbricato necessita di acqua: per esempio, per realizzare un foglio di carta occorrono 10 litri di acqua, per creare 500 grammi di plastica ce ne vogliono 91. L’industrializzazione può aumentare la produttività, l’occupazione e il reddito. Tuttavia, la priorità di chi produce è massimizzare il profitto e non tutelare le risorse idriche. Per ridurre gli sprechi e migliorare la qualità delle acque reflue è indispensabile pianificare lo sviluppo e usare le nuove tecnologie.
Acqua ed energia sono partner naturali. L’acqua è necessaria per produrre energia, l’energia è indispensabile per erogare acqua. Fonti idriche alternative, come il mare e le acque reflue, rappresentano un grande potenziale per ridurre la pressione sulle risorse di acqua dolce.
L’acqua è cibo. Facciamo un esempio: per produrre due bistecche ci vogliono 15.000 litri di acqua. A livello globale l’agricoltura è il settore che maggiormente consuma acqua, impiegando il 70% del totale. Per aumentare l’efficienza, sarebbe necessario ridurre gli sprechi dovuti a sistemi di irrigazione poco intelligenti e incrementare la resa delle colture.
L’acqua è uguaglianza. Nei Paesi in via di sviluppo la raccolta dell’acqua è affidata alle donne, che in media spendono il 25% della loro giornata per questa attività sottraendo tempo al lavoro, alla cura della famiglia e, se sono ancora bambine, alla frequenza scolastica. Progetti volti a garantire acqua e servizi igienico-sanitari mostrano notevoli vantaggi economici: per ogni dollaro investito ne ritornano almeno cinque.