Pediatria dell’ Ospedale San Carlo Borromeo
“CLOWNTERAPIA il sorriso come medicina”
21 Febbraio 2014 ore 9.00-13.00
Se si cura una patologia o si vince o si perde. Se si cura una persona vi garantisco che si vince, qualunque esito abbia la terapia (H. Patch Adams)
La psicologia del sorriso : “Ridere è contagioso ! Noi dobbiamo curare la persona, oltre che la malattia”. La terapia del sorriso conosciuta anche con il nome di clown therapy è una particolare terapia medico- pscicologica che si basa sugli effetti positivi psicologici e biologici del ridere per lo più all’interno degli ospedali, a fianco ai bambini malati si accostano medici, infermieri e volontari “clown” che si impegnano affinchè i giovani pazienti possano vivere l’esperienza della degenza ospedaliera, della malattia e delle cure con il buon umore. Questo tipo di cura nasce in America dove nel 1986 Michael Christensen (pagliaccio del circo di New York) e Paul Binder (medico) fondarono “ The Clown Care Unit”, l’unità di clown terapia e divennero i primi medici-clown. Il nuovo modo di intendere il processo di cura , che fa della risata una “medicina “ sbarcò nei primi anni novanta in Europa dove gli ospedale francesi e svizzeri furono i primi ad accoglierla ma il grande riconoscimento a livello internazionale arrivò nel 1998 con il regista Tom Shadyac che portò nelle sale cinematografiche la storia del Dr Patch Adams. Nel 1971 questo dottore alquanto particolare fondò l’istituto Gesundheit dove impiegò per primo la terapia del sorriso con i suoi giovani pazienti , portando risultati che denotano un incredibile incremento delle guarigioni. L’utilità del medico-volontario clown non è solo limitata al campo psicologico per aiutare il bambino ad essere inserito nell’ambiente ospedaliero con più serenità ma ha anche dei positivi riflessi sulle terapie.
Una giornata formativa per:
- Far capire ai giovani che dalla distruzione fisica e morale che può portare la malattia in giovane età possono crescere persone indipendenti capaci di raccogliere le forze e di dare senso alla propria vita
- Lanciare il messaggio che il concetto che fare volontariato vuol dire mettere in atto una azione dopo che si è espresso nella propria vita la volontà di dare una mano a persone che per qualche causa si trovano in difficoltà – Trovare giovani volontari che abbiano la voglia di avvicinarsi alla terapia del sorriso e la volontà di conoscere una realtà di sofferenza umana e di agire per un dono gratuito per queste persone
Docente:
Fondazione Aldo Garavaglia Dottor Sorriso onlus
Destinatari: Studenti
Metodologia: Tipo frontale e di stile partecipativo Proiezione video Ascolto musica inerente l’argomento trattato.
Obiettivo generale:
Portare i ragazzi a riflettere sul tema della solidarietà , per renderli “attenti” all’altro, ai suoi bisogni e ai suoi disagi e quindi a mettere in atto interventi relazionali che possano essere capaci di aiutare quella persona in quel momento e per quella particolare situazione. Quindi il ragazzo dovrebbe divenire un “ buon lettore” della persona per poter mettere in atto interventi che siano “ad personam” ma anche “ad situazionem”, per divenire con il tempo e la volontà un vero “esperto di umanità”.
Obiettivi specifici:
Si tratta di formare una sensibilizzazione che consenta di far emergere la sinonimia tra il dono gratuito nell’azione volontaria e il desiderio di riuscire a togliere alla persona in stato di disagio psicofisico alcune paure tra le quali quella di rimanere solo, di non essere più amato, di sentirsi diverso, di non riuscire a far più le cose che l’età ti potrebbe permettere di fare.
C’e’ un’ unica modalità per rispondere alle paure di chi soffre: essere presenti con la forza dell’amore.
Costruire un primo passaggio per sensibilizzare i ragazzi a donare un po’ del proprio tempo libero nei confronti della persona in stato di disagio.
Si tratta di sviluppare nei partecipanti una consapevolezza basata su due tipi di motivazioni :
motivazioni significative e motivazioni non significative
Motivazioni significative : sono le motivazioni che hanno a che fare con la persona in stato di bisogno o meglio “vado a fare volontariato perché ho capito che ho voglia di aiutare chi ne ha bisogno” – “Motivazione etero centrata” e quindi significativa
Motivazioni non significative : quelle motivazioni che non hanno solo a che fare con l’oggetto dell’intervento volontaristico ma che rientrano nella sfera personale : “sono in un momento della mia vita dove mi manca un significato esistenziale e quindi vado a fare volontariato” – “Motivazione ego centrata che rende precaria la mia volontà di fare bene volontariato”
Obiettivo a lungo termine :
– Trovare tra i partecipanti nuovi volontari – Creare negli Istituti di Scuola secondaria di primo e secondo grado i Presidi del volontariato
PROGRAMMA
9:30 – 10:30 Introduzione alla “comicoterapia” e presentazione del lavoro della Fondazione Aldo Garavaglia Dottor Sorriso ONLUS.
10:30 – 11:00 Workshop interattivo sul CLOWN.
11:00 – 11:30 Pausa.
11:30 – 12:30 Ripresa e conclusione del workshop e interventi liberi dei partecipanti.
Ecco le foto ricordo:
http://www.kizoa.it/slideshow/d8841479k9242556o1/2014-convegno-mi