8 ottobre 2023

Titolo:  Mostra dedicata a Valentin Timofte e verrà presentato il libro “L’ITALIA E LA GUERRA FREDDA Esuli dall’Est, una storia di fughe e accoglienza nel Campo profughi di Latina”, di Emanuela Gasbarroni.

Data/e:  08 ottobre 2023

Breve descrizione:  Il 08 ottobre 2023 , dalle ore 17.00, nello spazio Eventi del MUG MUseo Giannini, Latina Via Oberdan 13/A, ci sarà la mostra dedicata a Valentin Timofte e verrà presentato il libro “L’ITALIA E LA GUERRA FREDDA Esuli dall’Est, una storia di fughe e accoglienza nel Campo profughi di Latina”, di Emanuela Gasbarroni.

LOCANDINA

COMUNICATO STAMPA

Dalle 17.00 di domenica 8 ottobre 2023 ci sarà presentazione nello spazio eventi del MUG – MUseo Giannini a Latina, Via Oberdan 13/a, della mostra dedicata a Valentin Timofte e del libro “L’ITALIA E LA GUERRA FREDDA Esuli dall’Est, una storia di fughe e accoglienza nel Campo profughi di Latina”, di Emanuela Gasbarroni.
Sabato 7 ottobre 2023, alle 19.00, proiezione del film “Fuga per la libertà” al Festival internazionale del cinema Colombia migrante“ a Roma e in altre 7 città italiane. Presente agli appuntamenti Linda Vodopija, scrittrice e giornalista svedese che sta scrivendo un libro sull’argomento.

Una mostra su Valentin Timofte e un libro, con un focus sugli artisti, sarà l’occasione per parlare del campo profughi di Latina, che ha ospitato dal 1957 – all’indomani dell’invasione dell’Ungheria – fino al 1989 – caduta del muro di Berlino – circa 100 mila rifugiati che scappavano dai paesi dall’est.
Il doppio appuntamento è per l’8 ottobre nello Spazio Eventi del Mug MUseo Giannini di via Oberdan 13 a Latina dove, a partire dalle ore 17.00, ci sarà l’inaugurazione della mostra di quadri di Valentin Timofte e, a seguire, alle ore 18.00 la presentazione del libro “L’Italia e la guerra fredda – Esuli dall’est, una storia di fughe ed accoglienza nel campo profughi di Latina” di Emanuela Gasbarroni. Introduce l’artista Massimo Pompeo che ha avuto una lunga frequentazione con gli artisti ospiti del campo.
I quadri esposti di Valentin Timofte, artista rumeno arrivato al campo profughi negli anni ‘70, sono prevalentemente della collezione privata di Luigi Ferdinando Giannini e di altri collezionisti privati di Latina.
Luigi Ferdinando Giannini racconterà l’amicizia con l’artista, che decise di restare a Latina, dove fu attivo nella scena culturale locale fino al 2005 quando morì per cause naturali. Giannini lo aveva conosciuto alla Galleria Consorziale di Latina e aveva comprato suoi quadri. Da lì era nata un’amicizia. “Aveva tanta dignità, tanto orgoglio, tanta voglia anche di continuare a sognare per guardare in avanti – racconta Giannini – era un accademico in Romania, un uomo profondamente colto, molto preparato anche sulle tecniche pittoriche, sulla conoscenza degli artisti. Aveva una forte personalità e c’era qualcosa in più che rendeva anche piacevole stargli vicino. Molti professionisti, ma non solo di Latina, che sono entrati in contatto con lui, ma anche molti artisti avevano grande rispetto e ammirazione per Valentin Timofte. Valentin aveva condiviso lo studio con Pietro Piccoli e Antonio Farina, in corso Matteotti. È singolare che due artisti di Latina e un artista romeno si mettano insieme per condividere uno studio, non solo per le spese, ma anche per lavorare e per organizzare mostre.”
La testimonianza di Giannini è raccolta insieme a molte altre nel volume “L’Italia e la guerra fredda – Esuli dall’est, una storia di fughe ed accoglienza nel campo profughi di Latina”, che verrà presentato con l’autrice Emanuela Gasbarroni insieme a Massimo Pompeo, docente, artista e incisore molto attivo nell’ambiente culturale di Latina, che racconterà la sua importante esperienza con gli artisti ospiti del campo. Le letture delle testimonianze saranno lette dall’attore Nino Bernardini.
L’ obiettivo è quello di raccontare l’importantissima pagina di storia recente italiana che pochissimi conoscono, tentando di restituire la complessità umana, esistenziale, geopolitica ed etica che ha animato quello spazio per circa 40 anni.
L’autrice ha lavorato a lungo alla copiosa documentazione dell’Archivio di Stato, per rintracciare le persone che hanno vissuto la fuga e l’esilio, che vi hanno lavorato, ritrovando anche suggestivo materiale fotografico e filmati dell’epoca. Il libro è edito da Tau edizioni e sostenuto da Fondazione Migrantes.
Vi sarà anche una vera e propria sorpresa con la presenza di Linda Vodopija, scrittrice e giornalista svedese.

La donna, dopo aver visionato una foto di fine anni ’50, pubblicata sulla pagina fb dedicata al campo profughi di Latina, che ritrae una grande sala affollata di bambini e alcuni adulti, ha riconosciuto tra i bambini la mamma e tra le giovani donne la nonna, che erano al campo dopo essere andata via dalla ex Juogolavia. La Vodopija, che sta scrivendo un libro su questa vicenda familiare di fuga ed esilio, sarà a Latina dal 5 all’8 ottobre per visitare il campo e ricostruire una tappa fondamentale dell’allontanamento dei genitori.
La donna sarà presente anche alla proiezione del film “Fuga per la libertà” sullo stesso argomento sempre per la regia di Emanuela Gasbarroni, sabato 7 ottobre alle 19 nell’ambito del “FESTIVAL DEL CINEMA COLOMBIA MIGRANTE“ a Roma e in altre 7 città italiane presso la sede AAMOD – FONDAZIONE ARCHIVIO AUDIOVISIVO DEL MOVIMENTO OPERAIO Via Ostiense 106.
Il film ha avuto la nomination nella cinquina, come miglior documentario al Globo d’oro 2018, e’ stato invitato a molti festival e ha vinto numerosi premi.
L’Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, la Fondazione Migrantes, l’O.I.M. (organizzazione Internazionale delle Migrazioni) e la Robert F. Kennedy Human Rights Europe Foundation hanno concesso il patrocinio.

Emanuela Gasbarroni

  · Bellissimo l’articolo su Latina oggi di Franci del Grande ! Ha raccontato la motivazione, la ricerca, il lungo percorso per arrivare a realizzare un libro di un pezzo importante della nostra storia recente. “La guerra fredda in Italia” – esuli dall’est una storia di fughe e accoglienza nel campo profughi di Latina. Presentazione giovedì 29 giugno alle 18 circolo cittadino Latina

“Latina città senza mura” è il titolo del mio dossier di MARIA CORSETTI          https://fattoalatina.it/2023/10/10/latina-citta-senza-mura-e-il-titolo-del-mio-dossier/

“Latina città senza mura” è il titolo del mio dossier di MARIA CORSETTI          https://fattoalatina.it/2023/10/10/latina-citta-senza-mura-e-il-titolo-del-mio-dossier/

Latina città senza mura” lo ha già detto qualcuno, non è una mia idea originale. La uso come simbolo di tutto quello che c’è e che c’è stato per poi dissolversi in questa grande pianura e finire tra le onde del mare.

Va in scena la contro candidatura a Latina Capitale della Cultura. Sarebbe stata un’idea, che tutto sommato, considerando l’attuale candidatura una prova generale per capire come si fa, si potrebbe utilizzare per quella in cui ci crederanno tutti davvero.

Domenica ho visto materializzarsi davanti a me un dossier vincente, inoppugnabile, generoso, giusto e insospettabile fuori delle mura cittadine, che non ci sono e da qui potrebbe iniziare la narrazione. “Latina città senza mura” lo ha già detto qualcuno, non è una mia idea originale. La uso come simbolo di tutto quello che c’è e che c’è stato per poi dissolversi in questa grande pianura e finire tra le onde del mare.

La location di domenica 8 ottobre 2023: il Museo Mug che Luigi Ferdinando Giannini ha allestito nello spazio dismesso della Tipografia Ferrazza. Da tipografia a museo, più narrazione di così. Sempre Giannini, che è un privato a cui piacciono le cose belle, presenta una mostra di Valentin Timofte, il pittore rumeno, fuggito dalla tirannia di Ceausescu per approdare a Latina, dove ha vissuto fino al 2005, quando un male se lo è portato via. Di Valentin, di cui orgogliosamente ho un ritratto che mi fece nel 1994, temevo che si fosse persa la memoria in questa città dove le idee non rimangono aggrappate alle strade. Invece in questa domenica di ottobre – caldo d’estate e la luce dorata d’autunno – i colori di Valentin tornano nei suoi tratti decisi e sognanti, in una rappresentazione di Cristo sulla croce dalla spiritualità che va oltre ogni credo. Valentin e l’arte che arrivava da oriente, l’accademico fuggito, i mecenati di Latina che lo hanno ospitato, gli hanno commissionato lavori, gli hanno permesso di vivere come voleva.

  Dopo l’inaugurazione della mostra, il tavolo dei relatori. Conduce Emanuela Gasbarroni. Emanuela nel 2017 ha realizzato un documentario – Fuga dalla libertà – sul Campo profughi di Latina. Una storia che è durata trentaquattro anni, il che in una città che di anni non ne ha neanche cento, un significato dovrebbe avercelo. Quelle pareti oggi ospitano l’Università e questo va bene, ma c’è una storia che riguarda circa 80mila persone che transitarono tra quelle mura. E qui mi smentisco, le mura a Latina ci sono state, quelle tra Viale XXIV maggio e Via Ezio erano il nostro Muro di Berlino. Emanuela Gasbarroni ha anche realizzato un libro con le sue ricerche L’Italia e la guerra fredda. Esuli dall’Est, una storia di fughe e accoglienza nel Campo profughi di Latina. Legge Nino Bernardini. Commenta Massimo Pompeo. E si alza il sipario su altre storie ancora. Ma io dico: il dossier è già scritto. Mettici la migrazione durante la bonifica, anzi, prima ancora quella stagionale della transumanza. Mettici la migrazione dovuta alla Cassa del Mezzogiorno e, già che ci sei, ti trovi bella pronta la mostra curata da Roberta Malossi sui pionieri della Centrale nucleare. Mettici la storia del campo profughi e ti trovi un documentario e un libro già fatto, oltre a chi ha sostenuto l’arte di un pittore venuto dall’est. E chissà quante altre storie ci sono. Personalmente ricordo Ireneo, pallavolista rumeno, che veniva ad allenarci. Poi andò in America.


Ma c’è un fatto singolare, che quando il mondo è cambiato, Latina è rimasta terra di immigrazione. L’agricoltura va avanti grazie a migliaia di indiani, migranti economici cotti dal sole, di cui si parla sempre e purtroppo in occasione di episodi di cronaca o di sfruttamento, soffocando del tutto la novità di questo nuovo volto di Latina. Che ospita anche rifugiati e richiedenti asilo. Anche qui cronaca e sfruttamento, ma quanto altro c’è di più. Prima che qualcuno se ne esca che vengono a toglierci il lavoro mi permetto solo di ricordare a quanti italiani danno lavoro: mediatori, insegnanti di lingua. E se, anche qui, le cooperative che gestiscono i migranti vanno a finire sui giornali solo per questioni di cronaca, mi permetto di ricordare che sono tante le realtà che lavorano bene, cercando di fare il loro meglio affinché queste persone, venute in Italia o per disperazione o inseguendo un sogno, possano scrivere pagine interessanti di presente e di futuro.

Mi taccio sull’apporto che a questo dossier potrebbero dare le colline che circondano Latina, nelle vesti di narratrici di un mondo che esiste solo qui.

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