Storie Robotiche [sec. primo grado 1^ C]

Un robot come amico

In una casa in campagna viveva una bambina di nome Michela molto disordinata: nella sua cameretta c’era sempre qualcosa sparsa in giro come vestiti sul letto, per terra, sul comodino e libri lasciati ovunque, perciò molte volte dimenticava di fare i compiti. Anche tutte le sue mollettone per i capelli e i trucchi erano in disordine. Il giorno del suo compleanno un amico le regalò un kit per costruire un robot. La bambina pensava che fosse il peggior regalo che avesse mai ricevuto, ma un giorno decise di costruirlo. Ci impiegò un po’ di tempo per capirne la sequenza di montaggio, ma alla fine cominciò a divertirsi assemblando bulloni con ruote e altri pezzi. Rimase chiusa nel disordine della sua cameretta per una settimana intera, finchè non finì il robot, senza uscire per mangiare o giocare con gli amici. Appena il robot fu pronto lei con molto timore e gentilezza gli disse: “Ciao, io sono Michela, la tua nuova amica.” Il robot rispose: “ Io sono Ferrix e sono felice di essere tuo amico.” Poi iniziò a frugare tra le cose della bambina. Ad un tratto entrò la mamma di Michela che vedendo il disordine disse: “Non è possibile che la tua camera sia sempre in disordine. E poi cos’è quel pezzo di ferro lì per terra? Non sarà quel robot che ti hanno regalato!” Poi riprese: “Fallo sparire subito!” Michela rassicurò il robot: “Non ti preoccupare le faremo cambiare idea!” Ferrix rispose: “Per farle cambiare idea potrei mettere a posto la tua camera ed aiutarti nello svolgimento dei compiti. Che ne dici?!” “Per me va bene!” esultò la bambina “ ma ti voglio aiutare!” I due si misero a lavoro e tra maglie, trucchi, mollettone, libri ed altro, trascorsero tutto il pomeriggio a mettere a posto la camera. La mattina dopo, quando la mamma vide la camera restò impressionata dall’ordine che regnava ed ebbe solo una cosa da dire:” E’ meraviglioso!” Poi continuò: “Ma non per questo terrai quel robot!” Chiuse la porta sbattendola ed andò a lavoro. Michela andò a scuola con tutti i compiti svolti alla perfezione. Quando tornò a casa mostrò alla mamma gli ottimi voti che aveva ottenuto ed allora la mamma convinta esclamò:”Non puoi avere un Robot per amico, neanche se diventassi una bambina perfetta. Questi “cosi” hanno bisogno di cure speciali, e poi potrebbero fare danni! Assolutamente no!!” Così la mamma chiuse il robot nella cantina. Michela incominciò a prendere bruttissimi voti a scuola, a non parlare più con nessuno, a non uscire più con le amiche e rimanere in camera sua a disegnare Ferrix. La mamma le ripeteva: “Guarda che così non ottieni niente!” Ma alla bambina il suo robot le mancava tanto, così un giorno decise di chiudersi in cantina con Ferrix. Appena lo vide gli disse: “Non ti lascerei mai morire da solo qui dentro, stai tranquillo,” poi ridendo continuò: “ho portato anche la cena!” Ferrix ringraziò e disse:” Non so come avrei fatto senza di te, sei una vera amica!” Rientrando a casa, la mamma non vide Michela ed intuendo che ella potesse essere col suo robot amico, corse veloce in cantina. Appena aprì la porta, Michela si nascose, ma la mamma urlò:”Lo so che sei qui, vieni fuori che ho una bella notizia da darti.” Michela chiese:”Quale notizia?” “Teniamo Ferrix” rispose la mamma ormai rassegnata. Michela le saltò tra le braccia gridando:”Grazie!!” Così la mamma capì che l’amicizia è molto più importante del fatto che una persona sia fatta di ferro oppure no e Ferrix visse per sempre con la sua piccola amica.

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