William il Robot
William, era questo il suo nome del robot distrutto dal suo padrone, perchè quando camminava faceva uno strano ticchettio che dava fastidio al suo inventore e un giorno lo gettò giù da un precipizio. William riuscì a lanciare un SOS in quell’istante squillò il mio cellulare. Allora mi calai con calma con una corda giù dal precipizio, vidi lui sotto una roccia, cercai di spostare il macigno ma il robot era spento, tutto graffiato e rovinato così presi il mio cellulare, tolsi le batterie per metterle a lui e subito i suoi occhi, che in realtà erano lampadine, fecero un luce abbagliante, in quell’ istante si alzò ma lo fece solo su un piede perchè l’altra gamba si era rotta mentre cadeva giù dal precipizio. Non so come ma me lo misi sulle spalle e mi trascinai fino al laboratorio di mio padre con 30 kg sulla schiena, alla Rigon Corporation. La notte alle 3.30 andai al laboratorio e vidi il robot camminare appena mi vide disse: “Grazie di cuore se tu non fossi venuto i miei circuiti si sarebbero spenti, e io ora non ci sarei più”. E io gli risposi: “Tu puoi volare? sai è il mio sogno!” e lui “ si’, e quella notte mi portò in giro per il paese ma questa volta era lui a portare me sulle spalle. Due giorni dopo tornando da scuola fui vittima di un tentato rapimento da parte di una banda di mafiosi, mi tramortirono e mi portarono via in un posto buio e freddo trascorsero i giorni e quando decisero di uccidermi, arrivò William, il proiettile della loro pistola colpì in pieno il mio migliore amico nell’unità centrale e lui si spense. I mafiosi scapparono, io lo raccolsi con le lacrime agli occhi, andai al laboratorio di mio padre per provare a farlo rivivere e questo sarebbe stato un modo per ringraziarlo di aver realizzato il mio sogno !!!!!!! ma mio padre mi disse: “Non ho potuto farci niente”. Io piansi tutta la notte ma poi dissi fra me: “William non vorrebbe che io piangessi” così mi feci forza smisi di piangere… lui aveva salvato la mia vita e aveva realizzato il mio sogno di volare. William pur essendo un robot per me è stato più di un migliore amico.
RIGON GIANMARCO 1° C