IL MIO AMICO ROBOT
di Erika Donatucci – 1^ A secondaria – Don Milani
DESCRIZIONE: Il mio robot si chiama RULLO ROBOT XYZ-23. Ha una testa rotonda, occhi, naso e bocca colorati. Ha 4 braccia: 2 allungabili e alla fine una pinza, altre 2 allungabili e alla fine una mano. È alto 1 metro e al posto dei piedi ha delle rotelle. CARATTERISTICHE: RULLO 23 è un robot elettronico. Interagisce con me e prova dei sentimenti, ma solo per i robot. Ha un pulsante verde che fa apparire lo schermo e la tastiera di un computer, che funziona anche da stereo e da televisione. Poi ha un pulsante rosso che serve per farlo diventare un bracciale, così lo posso portare sempre con me. Deve saper fare ciò che fa un uomo e deve farmi compagnia. Ha una vista e un udito che possono arrivare fino a 300.00 Km. Si può trasformare in una navicella spaziale, che posso guidare senza patente. Ha delle tasche da cui tira fuori tutto ciò che voglio. Sa diventare piccolissimo e volare. È in grado di registrare, filmare e scattare foto. Può trasformarsi in una fotocamera digitale e in un navigatore satellitare. Di notte si attacca alla corrente per ricaricarsi.
L’INCONTRO CON IL MIO AMICO
Quando andai in Inghilterra comprai un robot. Tornata a casa lo attaccai alla corrente e andai a dormire, ma la mattina dopo trovai una sorpresa incredibile : il mio robot si era animato e mi parlava! Decisi di dargli un nome e lo chiamai RULLO ROBOT XYZ-23 (ma siamo diventati grandi amici, quindi lo chiamo RULLO). “Stai attenta”, mi disse quando lo riattaccai alla corrente. “ Sento una strana scarica elettrica”. Mi raccontò tutto ciò che sapeva fare e mi disse che lui era stato costruito da un ragazzo inglese che aveva assemblato vari pezzi. Parlammo per tante ore e da quel momento fummo inseparabili. Andammo a fare una passeggiata nei giardini della Q4 e per ogni cosa che vedeva voleva sapere come si chiamasse e cosa facesse. Quando tornammo volle vedere tutta la casa e conoscere il nome di ogni stanza. Mi insegnò alcune parole che gli aveva programmato quel ragazzo inglese: ciao si diceva “ta-ta”, grazie si diceva “aaate”, prego si diceva “peg” ed Erika si diceva “Eta”. Poi mi disse che aveva un po’ di nostalgia per il suo amico e si intristì un po’. Allora io per distrarlo gli dissi:- RULLO vorrei provare a volare su di te”. In un istante si trasformò e volammo per un ora. Giocammo a molti giochi da tavolo, al computer, ma purtroppo la sera arrivò presto. Io dissi, un po’ triste:- ora vuoi ritornare dal tuo amico inglese? Pensò un attimo e rispose:- Non parto, perché anche se ho un po’ di nostalgia, ora mi trovo bene qui con te. Io lo abbracciai forte, a nche se mi feci un po’ male perché era di ferro! Con lui mi trovo molto bene, perché so che è un amico fedele. Passiamo le giornate insieme, però non lo “uso” per fare i compiti, ma per stare con me, perché avere un amico è sempre bello.E se l’amico è simaptico e divertente come lui, è ancora più bello!