C’era un volta un robottino, che si chiamava Rob – Bot e viveva in una casa al mare. Aveva una mamma e un papa’. La mamma era una poliziotta e il papa’ era un carabiniere. Un giorno ci fu un incidente alla macchina della mamma di Rob – Bot. Il papa’ l’aggiusto’ perche’ era capace. Riparava anche i camion, gli autobus e le moto. Era un carabiniere meccanico. Qualche volta riparava pure il treno grande, il trenino piccolo e il trattore. Quel giorno il robottino era andato a scuola a giocare e a fare i compiti. La mamma non era andata a prenderlo perche’ si era rotta la macchina e Rob – Bot non sapeva che il papa’ l’aveva riparata. Allora Rob – Bot aveva pensato di andare a casa da solo perche’ non voleva aspettare e piangeva. Mentre andava a casa si e’ perso a raccogliere le conchiglie e e’ andato lontano lontano. Poi incontro’ un uomo cattivo che gli voleva fare male. Lo voleva portare a casa di lui per cucinarlo. Pero’ non ci riusci’ a mangiarlo perche’ Rob – Bot era di metallo e era duro per essere mangiato. Al signore si era rotto un dente quando aveva provato a mangiare Rob – Bot e gli faceva tanto male il dente che poi e’ caduto. Cosi’ Rob – Bot scappava mentre il signore cercava il dentista. Il dentista allora mise un dente forte al signore cattivo. Intanto Rob – Bot riusci’ a trovare la strada di casa e a tornare da mamma e da papa’.
Giorno: 19 Gennaio 2009
Storie robotiche [primaria 4^ D]
Il mio amico robot
Era un giorno di dicembre, fuori nevicava ed io mi annoiavo a morte. Allora andai in soffitta e vidi una cassa: incuriosita, la aprì e vidi un piccolo robottino dal faccino simpatico. Era di un colore grigio metallizzato, aveva la faccia quadrata come un cubo, al posto delle mani aveva due piccole pinze e al posto dei piedi invece aveva due ruote. Presi il piccolo robot e lo portai nella mia cameretta. Lo pulii con cura dalla polvere, poi lo misi per terra: aveva sulla schiena un bottoncino rosso: provai a premerlo e, con un po’ di fatica, strano ma vero, il piccolo robot cominciò a muoversi! Era un movimento proprio buffo, le rotelline si muovevano lentamente e contemporaneamente il robottino alzava la pinza destra e sembrava dicesse “Ciao!” Mi accorsi che sulla panciotta aveva un piccolo tastino giallo: lo sfiorai e all’improvviso si accesero delle lucine colorate negli occhi e la bocca cominciò a muoversi: il robottino aveva ripreso vita!!! Ero stupita ed entusiasta allo stesso tempo. Il piccolo robot, con la sua voce metallica, iniziò a farmi tante domande: come mi chiamavo, cosa facevo, che sport mi piacevano e se avevo tanti amici. Non riuscivo a crederci: in quella giornata così noiosa, avevo trovato un amico fortissimo. Allora feci anch’io a lui qualche domanda: il mio nuovo amico non ricordava di avere mai avuto un nome, tutti lo chiamavano semplicemente Robot, ma ricordava la città da cui proveniva, Robotix. La sua casa era una scatola d’acciaio e amava mangiare hamburger di bulloni che preparava la sua mamma in modo delizioso. Per un attimo il piccolo si rattristò, allora io presi la mia decisione: mi sarei presa per sempre cura di lui. Decisi anche il suo nuovo nome: chiamai il piccolo robot Wallee. Da quel giorno non mi sarei più separata dal mio nuovo amico e promisi a me e al piccolo robot che non sarebbe mai più stato triste e solo…
alunna GIULIA C.
Ins. Casella Filomena